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18/06/2008 13:16

In principio fu Pino Lonatica. E Scicli la rossa diventò Scicli la nera

di Redazione

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Quattordici anni, cinque elezioni dirette per scegliere il sindaco, quattro primi cittadini, quattro diversi consigli comunale.

Dopo il periodo di commissariamento e la riabilitazione della giunta presieduta da Gianfranco Agnello (il consiglio comunale fu sciolto il 17 luglio del 92 per presunte infiltrazioni mafiose), Scicli andò a votare per la prima volta il sindaco in maniera diretta nel 1994.

Un confronto a tre, fra il progressista Pino Lonatica, il candidato della destra Vincenzo Inclimona e il moderato centrista ‘Nzino Agosta.

Fu ballottaggio tra i primi due. Vinse Lonatica, portando con se una maggioranza di centrosinistra di undici consiglieri. La nuova leva politica sciclitana nacque in quell’anno. Iniziò la politica attiva Orazio Ragusa, con l’elezione al consiglio comunale, ma anche Bartolomeo Falla, anch’egli consigliere, e poi Enzo Giannone, Franca Carrabba, entrambi assessori di Lonatica.

Giovanni Venticinque fu chiamato, insieme a Guglielmo Palazzolo, a ricoprire l’incarico di consigliere provinciale.

Passano nove mesi e il sindaco Lonatica si dimette. Motivi di salute. Il centrosinistra è lacerato nel conflitto con l’amministrazione e al proprio interno. Dopo appena un anno si torna a votare. Stessa sorte per il sindaco di Vittoria Lucifora. Il nuovo che avanza si ferma al primo ostacolo.

La legge elettorale scindeva l’elezione del sindaco da quella del consiglio. Il massimo consesso, a maggioranza di centrosinistra, rimase in carica, mentre la città veniva chiamata alle urne per eleggere il primo cittadino.

Il confronto fu di nuovo a tre, fra ‘Nzino Agosta (chiamato a rappresentare il centrosinistra stavolta), Adolfo Padua, a capo di una lista civica, e Pietro Sparacino, del centrodestra.

Padua e Agosta si confrontarono al ballottaggio.

La città, delusa dalle dimissioni di Lonatica, fece una scelta contro la partitocrazia, scegliendo Padua. Furono tre anni di grandi contrasti fra l’amministrazione e il consiglio comunale, ma anni decisivi. La maggioranza di centrosinistra, dove spiccava il consigliere della Rete Bartolomeo Falla, e il rifondista Gianfranco Iannizzotto, impegno i soldi del bilancio comunale per il depuratore. Sei miliardi di lire. La giunta Padua affidò l’incarico di progettazione a quattro professionisti.

Nel 1998 anche Padua getta la spugna. Governare Scicli pare impossibile. Il sindaco uscente non si ricandida.

Il quadro politico si frantuma in sei pezzi: i candidati sono Alfredo Vicari per la destra, Luigi Piccione, per il centro moderato che guarda a destra, Carmelo Portelli, lista civica, Nino Gentile, per i popolari, Enzo Giannone per il Pds, e Bartolomeo Falla, Rete e Rifondazione.

Quest’ultimo va al ballottaggio, primo contro Enzo Giannone. Due candidati della sinistra a confronto, con l’esito favorevole al più anziano dei due. Falla ha 46 anni, Giannone 33.

L’alleanza tra Rete e Rifondazione porta dodici consiglieri di maggioranza, sette alla Rete e cinque a Rifondazione. Orazio Ragusa è consigliere di opposizione, Giovanni Venticinque viene confermato consigliere alla Provincia. Gianfranco Iannizzotto e Rifondazione saranno assi portanti della giunta comunale.

Nel 2001 Orazio Ragusa viene eletto consigliere provinciale, per diventare assessore nel 2005, Giovanni Venticinque sfiora l’elezione al consiglio provinciale, diventando assessore un anno e mezzo dopo.

Nel 2003 Falla diventa il candidato unitario del centrosinistra, e va al confronto con un mostro sacro della politica anni ottanta: Enzo Manenti, sostenuto da tutto il centrodestra. Vince Falla 55 a 45, ma la maggioranza in consiglio è del centrodestra, 55 a 45.

Cinque anni dopo il centrodestra si prende la maggioranza di tredici consiglieri più uno (Fidone, Mpa, ha fatto registrare molti voti disgiunti in favore di Venticinque) e il primo sindaco di centrodestra nella città rossa, dove negli anni sessanta su 32 consiglieri, 17 erano del Pci.