di Redazione
L’albero della piazzetta Mazzini è testimone muto degli incendi a cinque mezzi, tutti di probabile matrice dolosa, verificatisi da ottobre in poi.
Un isolato, un solo isolato, quello di piazza Mazzini, è vittima della follia degli incendiari.
Il primo incendio si è verificato il 15 ottobre scorso. Era martedì notte. Ignoti, dopo un violento temporale, hanno dato alle fiamme due mezzi di proprietà del gestore di una casa di riposo: una Lancia Y e un furgone Renault adibito al trasporto degli ospiti della stessa casa di riposo.
Il 6 febbraio è stato dato alle fiamme motorino di proprietà di una donna di ventiquattro anni, C.M.. Lo scooter, un
Nel quartiere i residenti hanno perso il sonno. In poco più di quattro mesi tre episodi, in cui è stato preso di mira sempre lo stesso isolato, centralissimo, a due passi da piazza Italia. Cinque mezzi distrutti dalle fiamme, e la percezione che a Scicli quello che accade in strada non riguarda nessuno, se non gli sfortunati proprietari dei veicoli incendiati.
E’ il sentimento stesso di comunità che ne viene minato. La città non sa in quale lingua deve rivolgere il proprio appello alla sicurezza, alla tranquillità. E dire che ci sono aziende disposte a installare quasi gratuitamente i sistemi di videosorveglianza pur di avere in cambio la possibilità di fare pubblicità sui sostegni alle telecamere. La situazione ordine pubblico è precipitata e a poco vale l’impegno delle forze dell’ordine se gli strumenti tecnologici di tutela del territorio non sono adeguati alla necessità di monitorare almeno i punti cardinali della città, le vie di fuga, il centro storico.
A Scicli anche il sabato sera ci si pone il problema di dove parcheggiare l’auto, di quali sono le strade a rischio, qual è l’orario in cui gli incendiari possono tornare a colpire. La comunità vive il paradosso di uno stato di ansia costante, in cui ciascuno sogna di affacciarsi dal balcone svegliato dal crepitio della propria auto che brucia.
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