di Redazione

Centocinquanta rotoballe di fieno in fumo, un capannone distrutto. E’ il bilancio dell’incendio di probabile matrice dolosa che nella notte tra domenica e lunedì ha divorato un’azienda sita in contrada Cancellieri-Maestro, a monte di Donnalucata.
Le fiamme si sono sviluppate a mezzanotte e cinque minuti, trovando facile esca nelle balle di fieno accatastate sotto il capannone. Una vampata, e il rogo si è levato alto fino a minacciare la copertura del box. Subito l’allarme e l’arrivo sul posto dei vigili del fuoco del comando provinciale di Ragusa e dei carabinieri della stazione di Donnalucata, oltre che della Compagnia di Modica.
La struttura era di proprietà di N.G., un imprenditore agricolo ottantenne di Scicli. Si tratta del secondo episodio di questo genere nel breve volgere di tre mesi. I vigili del fuoco hanno lavorato per ore, sino al mattino di lunedì, per avere ragione delle fiamme. Purtroppo, il lento lavorio del fuoco, è riuscito a far crollare il tetto del capannone. I danni sono ancora in corso di quantificazione.
Nello scorso mese di maggio un altro incendio difficile da domare, che ha coinvolto un immobile incompleto, di cui esistevano solo i pilastri e il solaio, situata in contrada Dammusi, sempre nelle campagne a monte di Donnalucata. In quel caso andarono a fuoco cinquanta balle di fieno. Nei pressi dell’area in cui si è sviluppato l’incendio sorgono diverse strutture serricole e parecchi alberi di carrubo. L’ora in cui si è verificato l’incendio e la distanza del deposito di fieno dalla sede stradale, lascia presupporre che si sia trattato di un incendio doloso. Pare improponibile infatti come causa possibile del rogo, l’azione dovuta alla classica cicca dell’automobilista. Le indagini sono condotte dai militari della Compagnia dei Carabinieri di Modica, che stanno ora ricostruendo il possibile movente dell’incendio, qualora la natura dolosa dello stesso dovesse essere confermata. Resta l’amarezza per un nuovo episodio incendiario. Una situazione, quella dell’ordine pubblico, da tenere costantemente sotto controllo a Scicli. Le indagini mirano chiaramente a stabilire l’ambiente in cui l’episodio è maturato, quali possano essere le chiavi investigative utili a ricostruire movente e possibili autori dell’incendio. Resta l’apprensione per il ripetersi di episodi di episodi criminali che oltre a ledere l’immagine della città, minano la convivenza civile della comunità, gettando un’ombra sinistra sulla stessa.
E’ chiaro che il clima dei rapporti sociali non è sereno. E la periodicità con cui si verificano gli incendi ne è una triste conferma.
Il lavoro silenzioso degli inquirenti potrebbe portare a sviluppi nelle indagini utili a dare un nome e un cognome agli autori di questi getti delinquenziali.
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