di Redazione

Una serra di primaticci andata in fumo, per un’estensione di tremila metri quadri e un danno presunto di ventimila euro. Incendio di dubbia matrice alle prime luci dell’alba di oggi in contrada Sparviero a Donnalucata. Sul posto i carabinieri e i vigili del fuoco del comando provinciale di Ragusa.
L’allarme è scattato alle sei e trenta del mattino di lunedì, quando ignoti avrebbero appiccato il fuoco alla struttura dedita alla produzione di primaticci. Sull’origine dolosa del rogo indagano ora i carabinieri. La serra era di proprietà di G.G., un imprenditore agricolo di Scicli, cinquantaduenne.
Si tratta i un nuovo episodio preoccupante che si registra a monte della borgata rivierasca. Pochi giorni fa erano andate in fumo centocinquanta rotoballe di fieno in un’azienda agricola che si trova ancora una volta a monte della borgata. E in maggio altre cinquanta balle di fieno erano state incendiate in un’altra azienda che si trova poco distante.
Difficile dire se esiste una correlazione tra i tre episodi, ma quella degli incendi come strumento di destabilizzazione e di “comunicazione indiretta” a Scicli è diventata una prassi. Toccherà agli inquirenti risalire all’origine del rogo e all’identità degli eventuali autori. Di certo c’è la scarsa serenità di cui gode la comunità, e con essa l’imprenditoria locale, spesso alle prese con notizie di incendi che colpiscono aziende agricole o ditte che lavorano comunque nell’indotto. Uno dei settori “sensibili” da questo punto di vista è ad esempio quello delle segherie, e un’azienda di contrada Arizza è stata protagonista di un altro incendio un paio di mesi fa.
Ora questo nuovo episodio, che ha registrato l’incendio di una serra di tremila metri quadri in contrada Sparviero, zona raggiungibile dalla vecchia provinciale che da Scicli porta a Donnalucata.
Gli inquirenti, oltre a cercare, insieme ai vigili del fuoco, che offrono il supporto tecnico, le tracce di liquido infiammabile nella zona, stanno cercando di mettere insieme i tasselli di un mosaico di difficile lettura. Anche perché a Scicli col fuoco si scherza troppo. Prova ne sia l’incendio addirittura di un capano al Palo rosso a Donnalucata. Episodio che con la malavita e con gli incendi di auto e cassonetti, o di aziende agricole, non ha nulla a che vedere. E’ come se si fosse instaurato un codice, e attraverso tale codice si mandano messaggi. Il codice è quello degli incendi dolosi, e a pagarne le spese è la comunità, provata dopo dodici anni di incendi continui, da questo progressivo sfilacciamento del tessuto sociale.
© Riproduzione riservata