Ragusa – Sottovalutata all’inizio, la deviazione della foce del fiume Ippari, ai confini tra i territori di Ragusa e Vittoria, è ormai diventata un serio problema ambientale che potrebbe rendere inagibile per chissà quanto tempo la spiaggia di Camarina, una delle più belle dell’intero litorale, e il tratto di mare antistante.
A distanza di più di un anno, il suo percorso, fatto anche di acque maleodoranti si è infatti allungato a dismisura. Così che quello che all’inizio, se non fosse sopraggiunto il divieto, il Comune stava tentando di risolvere con semplici opere di scavo dei fondali, adesso richiede fondi più cospicui, perché c’è da riportare il letto del fiume nel suo alveo naturale e poi procedere con la bonifica se non si vuole estendere ulteriormente il divieto di transito e balneazione. Né allo stato attuale risulta che da parte della Soprintendenza, che porrebbe il veto, sia stato predisposto un progetto.
Il promontorio di Cammarana è stato invece consegnato all’oblio, visto che sarà praticamente impossibile ripristinare lo stato dei luoghi. La buona notizia è che da circa una settimana sono finalmente iniziate le opere di consolidamento della costa sotto il parco archeologico e della torretta, così da evitare che le mareggiate possano portarsi via quel po’ che ancora resta delle vecchie mura che circondavano l’antica colonia prima greca e poi romana.
I lavori prevedono il posizionamento di enormi massi che poi saranno fissati attraverso una rete metallica per evitare che con le mareggiate finiscano in mare.
Per agevolare i lavori è stato necessario creare un sentiero sterrato che dalla strada provinciale 102, appena sopra il ponte, porta fino allo strapiombo. Questo ha comportato il taglio della vegetazione. La stessa vegetazione che in estate non può neanche essere potata, perché tipica della macchia mediterranea, nonostante il pericolo che crei tra i passanti.
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