Lettere in redazione
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17/01/2009 13:02

Io sono un automobilista… sciclitano. Una lettera

di Redazione

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Inizia con il classico tormentone lo show di uno dei più apprezzati artisti di Zelig.

Ma tu guarda che combinazione! Anch’io sono automobilista. Ed esercito la mia professione a Scicli. Una piazza interessante.

A Scicli, se attraversi sulle strisce con un bambino in braccio e altri due per mano, in chiara difficoltà, in mezzo alla strada e ti arriva difronte una Panda guidata da una donna sulla trentina, stai sicuro che non passi! E no. Deve passare lei. Ti suona. Ti sta avvertendo. Fermo tu uomo in mezzo alla strada con tutti quei marmocchi appresso, devo passare io, tocca a me. Io sono la classica donna al volante che non si ferma mai per nulla al mondo.

A Scicli, l’automobilista tipico compra il pane in via Colombo a mezzogiorno in punto e alle sei prende le pagnotte calde. Ma non scende dalla macchina. No. La lascia lì come capita, apre lo sportello allunga una mano e cerca di prendere il pane al volo. Al limite mette un piede a terra ed apre lo sportello. Se c’è confusione parcheggia sul marciapiede e fa la fila in macchina. Tu arrivi dietro, suoni e lui ti guarda “che vuoi, non vedi che faccio la fila per il pane? Non vedi che la macchina ha il davanti verso il panificio e che io sono dentro  qui che aspetto il mio turno?”

C’è l’automobilista che ama la pasta fresca. A mezzogiorno, ferma davanti al tortellificio in controsenso in modo che allungando la mano riesce a prendere il biglietto levacode. Aspetta là, in macchina, il suo turno. La fila d’auto arriva intanto alla stazione, ma lui è impassibile, sta facendo la sua di fila. Quando è il suo turno, scende un attimo, veloce, e lascia in macchina la moglie. Gli altri automobilisti che finalmente riescono a superare si fermano in corrispondenza del finestrino della moglie sbraitano e la guardano. Lei, sguardo nel vuoto, seria, non li vede. Sta riflettendo su quanto ha speso all’Ard. Impassibile.

C’è un parcheggio al semaforo di via Colombo proprio davanti al bar, sempre libero, per chi deve prendere un caffè mattutino. Arrivi parcheggi e prendi il caffè. Semaforo verde, uno proveniente da Jungi, freccia a sinistra, si ferma per andare all’ospedale, da la precedenza a chi viene difronte. La macchina ferma davanti al bar chiude la strada. Tutti noi dietro ad aspettare. La fila alle 8,20 arriva dal semaforo fino alla bambinopoli. Noi aspettiamo che il tipo giri a sinistra per l’ospedale o che l’altro finisca il suo caffettino mattutino. Questo tutte le mattine. Quel parcheggio davanti al bar è fatto apposta. E’ riservato.

Il vigile. Quando finalmente qualcuno si rompe le scatole e comincia a suonare arriva il vigile. Il vigile fischia. Arriva ti fischia fino a dentro il bar. E’ sua la macchina? La tolga. “Subito, il tempo di finire il caffè”. Intanto il verde diventa rosso il rosso diventa verde. Il tipo finisce il caffè, se ne va. Se ne va pure il vigile. Il parcheggio si libera, ne arriva un altro. Scende, prende un caffè.

A Scicli non ci sono i marciapiedi. No. C’è una striscia di mattoni larga al massino 50 centimetri che serve ai negozianti per metterci il vaso con i fiori. Le mercerie la usano per esporre la merce. Il pedone cammina in mezzo alla strada. Si, lo sciclitano cammina in strada fin da piccolo. E’ addestrato. Se c’è il marciapiede a destra, una macchina parcheggiata a lato, lui non prende per il marciapiede. No, lui cammina in mezzo alla strada. A Cava d’Aliga facevano ogni estate una caccia al tesoro. Il pezzo forte era “Trovate un marciapiede”. Una parola, trovare un marciapiede a Cava d’Aliga. Un mucchio di case costruito addosso ad una strada provinciale. A che servono i marciapiedi? Gli sciclitani non li usano. Nè mi pare che ne siano previsti. E’ sconsigliato farli in una strada provinciale, il cittadino si disorienta, non sa più dove deve andare.

A Catania, in via Etnea, ci sono marciapiedi di circa tre o quatto metri, sia a destra che a sinistra, calpestati da migliaia di persone ogni giorno. In questo bailamme tu vedi uno che cammina in mezzo alla strada, le macchine dietro strombazzano col clacson e lui si gira, si sposta, le fa passare e continua a camminare diritto, per la sua strada. E’ lo sciclitano. Abituato fin da piccolo a stare in mezzo, non si fa intimorire dalle dimensioni delle isole pedonali. Lui le scansa. Il suo habitat naturale è l’asfalto.

Le strisce pedonali sono un optional. Non servono. Lo sciclitano attraversa “random”, come gli gira. La più classica è la traversata diagonale. Tu gli stai dietro e non sai mai se va a destra o a sinistra. E aspetti. Non suonare. Se suoni ti guarda. Tipo: mi hai suonato perchè mi conosci e mi vuoi pagare il caffè o cosa?

Le uniche strisce che lo sciclitano riconosce sono quelle gialle. Vedi dappertutto le strisce gialle. E’ un simbolo di stato sociale. Se non hai il tuo quadratino giallo davanti alla porta non sei nessuno.  Sei costretto a mettere due sedie davanti al portone. Tu passi e vedi due sedie in strada. La signora aspetta visite? No è il marito che ha il parcheggio riservato. La mattina lui va a lavorare, sale in macchina, la signora prende le sedie e le parcheggia. E stanno lì, tutto il giorno. Parcheggiate.

Se hai un negozio, davanti ci metti la merce. La esponi là e il posto è tuo. Ma il più bello è il negozio con le fioriere parcheggiate. Tu passi e vedi due fioriere. Sono parcheggiate là, davanti al negozio, da sempre. Hanno fatto le radici in strada. Hanno anche la tassa di circolazione pagata. Tutto regolare. Non capisci perchè le hanno messe. Cioè, lo capisci. E’ chiaro perchè ce le hanno messe. Per non fare parcheggiare te. Ma la scusa, qual è la scusa? Forse perchè accanto c’è un bivio e chi esce dalla stradina non vede le macchine che sopraggiungono. Certo è così. Hanno messo le fioriere e le macchine parcheggiano lo stesso, in doppia fila. In prima fila le fioriere. Così se avevi delle difficoltà ora ti passa la voglia di guidare.

Le strisce bianche scompaiono subito e non ci sono mai i soldi per comprare il bianco. Tanto i bambini a Scicli crescono in strada. Ma i soldi per le strisce gialle ci sono sempre. Il mio amico, poverino, aveva il parcheggio riservato invalidi. E’ morto nel 1990. Le strisce gialle le ha lasciate in eredità ai nipoti. Ogni tanto chiamano un operaio del comune che le ripassa.

Poi c’è il cecchino. Il cecchino ha le strisce gialle, ma non le usa. Ce l’ha per diritto e lo esercita.  A scapito degli altri. Il cecchino si apposta e aspetta. Si mette l’apparecchio telefonico fra le gambe e attende la preda. Non appena la vittima si avvicina al “suo parcheggio personale mai usato” lui alza la cornetta. Quando il disgraziato parcheggia, il cecchino aspetta che si allontani e poi “bang” ti spara la telefonata ai vigili. “Correte subito. ” E scatta la trappola.

Il vigile arriva e fischia. Se la tua macchina blocca tutta la strada e la coda arriva fino a S.Nicolò ma tu sei li a dire “arrivo!” allora tante scuse e finisce lì. Ma se al secondo fischio non ci sei, sei fregato. Poco importa se la tua macchina è messa lì e non intralcia il traffico. Che conta se sono le quattro di pomeriggio e non passa nessuno. Il vigile arriva e ti scrive la multa. Te la sei voluta, non c’eri. La tua macchina era abbandonata. Multa garantita. Dovrebbero cambiare il termine di “divieto di sosta” in “divieto di abbandono” e dare un premio a chi riesce a creare la fila più lunga con una macchina sola.

Un tempo chi lavorava a Scicli partiva alle 07,30 e rientrava alle 18.00. Oggi parte alle 06,30 e rientra alle 18.30.

Si deve alzare prima perchè ci sono sempre più persone che non lavorano e campano lo stesso. Lui deve produrre, sfornare il pane, zappare l’orto, pagare le tasse. Deve pagare la pensione al cecchino e deve pagare il giallo delle strisce e l’operaio del comune. E poi la sera perde mezz’ora in più perchè deve trovare parcheggio. Sono tutti presi e quelli che non sono occupati sono riservati. Parcheggia e poi deve anche pagare il vigile che gli fa la multa. La multa la paga direttamente, lo stipendio del vigile con le imposte indirette.

Mentre chi non lavora non ha problemi. Il parcheggio è riservato. E non lo usa. La pensione gliela paga lo stato, il vigile la vernice e l’operaio li paga il comune con i soldi delle tasse del poveraccio che lavora 12 ore al giorno e per mezz’ora cerca il parcheggio.

riccardo@erreasoft.com