Lettere in redazione
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09/03/2009 15:30

Italiani senza diritto di voto, istruzioni su come costruire il dissenso

di Redazione

Milano – “Gentile Signore, siamo spiacenti di comunicarle che non potrà esercitare il diritto di voto in occasione delle Elezioni Europee 2009.”

In un articolo recente su questa testata si portava alla luce la vicenda venezuelana di Chavez e del referendum che gli ha consegnato le chiavi della democrazia. Sui quotidiani nazionali abbiamo letto della manovra con cui ha tolto il diritto di voto a migliaia di studenti innalzando d’un tratto l’età minima per esercitare il diritto di voto. Tutto questo che accade in Venezuela, anche se per un sol giorno, ha provocato indignazione in ognuno.

Siamo un popolo che si appassiona facilmente alle vicende degli altri, ma difficilmente si interessa alle proprie. Così accade che in Italia ad ogni tornata elettorale migliaia di cittadini siano messi, senza bisogno di colpi di stato, nella condizione di non poter esercitare il diritto di voto, nell’indifferenza generale.

Cosa rispondere dunque all’inerme impiegato del Comune di Milano che ripete la minestrina imparata per l’occasione?

Lei è mica un cittadino comunitario non residente?- esatto – allora occorre che si iscriva all’apposita lista. deve comunicarmi la sua residenza – Modica, Ragusa, Italia – ah. capisco..ma lei è cittadino italiano?- si, certo. – Gentile signore sono spiacente ma lei non può esercitare il diritto di voto. – scusi mi faccia capire, se non sono italiano posso votare, se lo sono non posso? – esatto, ha colto nel segno.

Mysterium fidei. 

Adesso guardiamo un po’ ai numeri. Solo gli studenti fuori sede in Italia si aggirano sui 400.000. supponiamo che ci siano almeno 800.000 persone fuori sede, per motivi di lavoro o altro. Su un corpo elettorale di 48 milioni di elettori residenti in Italia viene ciclicamente negato il diritto di voto al 2,5 per cento degli aventi diritto.

Il nostro sistema elettorale permette ai cittadini italiani all’estero di esercitare il diritto di voto registrandosi in Ambasciata o in Consolato. Permette altresì ai cittadini comunitari di esercitare il diritto di voto registrandosi nella lista aggiuntiva presso ogni ufficio elettorale comunale. Ma un cittadino italiano residente a Scicli e domiciliato a Milano non ha diritto di voto.

Sono spiacente ma non posso aiutarla. La legge prevede ciò.

Cosa dire? Non potrebbe esistere una lista aggiuntiva presso gli uffici elettorali anche per gli italiani richiedenti diritto di voto fuori dal comune di appartenenza? non è forse una soltanto la tessera elettorale? registrandosi per tempo, il comune di domicilio potrebbe comunicare tutto al comune di residenza che congelerebbe il proprio nome nella propria lista elettorale. 

Aumentando da 18 a 21 l’età minima per il voto, Chavez ha risolto il problema contingente di quattrocentomila voti sicuramente contrari. Li ritroverà alle prossime elezioni.

Un milione e qualcosa di cittadini italiani con diritto di voto vengono sommessamente zittiti con un semplice: siamo spiacenti. Mysterium fidei. 
 

Federico Roccasalva