I sì, su un totale di 2124 votanti, sono stati 54
di Redazione

Caltagirone – Pronostico rispettato: a Caltagirone, dove il Partito democratico ha indetto un referendum per chiedere ai propri elettori se condividono il sostegno del partito al governo siciliano guidato da Raffaele Lombardo, i “no” hanno stravinto (97,41%), come era già accaduto l’8 dicembre scorso a Enna e in cinque comuni della provincia.
I sì, su un totale di 2124 votanti, sono stati 54. Le urne hanno registrato un incremento di elettori rispetto alle primarie dello scorso anno per la scelta del candidato alla segreteria regionale, quanto i votanti furono 1570. Ma nella città che diede i natali a Luigi Sturzo, quella di oggi è stata una doppia sfida: a Lombardo e a quella parte del Pd che ha deciso di sostenere un presidente che nel 2008 aveva vinto le elezioni come candidato del centrodestra, sconfiggendo proprio un esponente di spicco dei democratici, Anna Finocchiaro.
La sfida non prevede esiti immediati: ieri, proprio alla vigilia delle consultazioni, già in programma da un paio di mesi, il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, ha mostrato i muscoli e inviato a Caltagirone un commissario, l’attuale segretario della federazione di Catania, Luca Spataro, che in passato aveva espresso la propria contrarietà al referendum.
Lupo ha invocato l’art. 44 dello Statuto, ma proprio oggi, nel Pd, c’è chi fa notare che questa norma prevede sì il commissariamento, ma la decisione spetta non al segretario bensì a un organo collegiale: la direzione del partito. Se guerra sarà sulla validità dell’esito referendario, c’è da prevedere che nel paese della ceramica – dove i mattoni di maiolica vengono generosamente impiegati per costruire anche le scalinate pubbliche – si farà grande uso di carta bollata.
Con la voce rauca (“ho parlato con migliaia di persone”), l’ormai ex segretario del circolo di Caltagirone, Gaetano Cardiel, farmacista cinquantenne, spiega che le bacchettate della segreteria “hanno contribuito a produrre un moto di solidarietà”. In coincidenza della consultazione, i vertici del Movimento per l’autonomia hanno organizzato a Caltagirone una manifestazione, “Smascherata di Carnevale”, nella quale i simpatizzanti di Lombardo hanno vestito maschere raffiguranti gli avversari, di destra e di sinistra, del governatore. E da ieri hanno cominciato a raccogliere, porta a porta, firme a sostegno delle riforme che il governatore intende portare avanti alla Regione. In serata le adesioni erano 1118.
La difesa del Lupo
“La maggioranza degli elettori del Pd di Caltagirone non ha partecipato al referendum. Solo 2.124 cittadini hanno infatti votato al referendum a fronte di oltre 4.700 votanti del Pd alle ultime elezioni regionali. E’ quindi evidente che la maggioranza dei democratici calatini non ha condiviso la scelta del referendum”. Lo dicono il segretario regionale del Pd della Sicilia, Giuseppe Lupo, e il segretario provinciale del Pd di Catania, Luca Spataro, commissario del Pd di Caltagirone. “Sorprende inoltre che dei 2.124 votanti solo poco più di 900 (meno del 60%) hanno partecipato alle elezioni primarie del 2009, quando votarono 1.536 democratici. E’ possibile quindi – spiegano Lupo e Spataro – che molti elettori di Berlusconi e comunque non del Pd abbiano partecipato al referendum. Tutto ciò conferma l’inadeguatezza del referendum di Caltagirone come strumento di consultazione, che si è svolto contro le decisioni degli organismi e della commissione di garanzia del Pd provinciale di Catania”. “Il Partito democratico – concludono é tale perché ha regole che valgono per tutti. Chi nel partito esprime posizioni minoritarie ha il diritto di farlo ma ha anche il dovere di rispettare le decisioni della maggioranza”.
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