Attualità
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17/11/2010 21:17

La Camera ha accettato le dimissioni di Peppe Drago

364 contro 208

di Redazione

 Roma – Con 364 favorevoli e 208 contrari la Camera dei Deputati ha accettato stamani le dimissioni dalla carica di parlamentare dell’on. Peppe Drago.

 

L’on. Drago ha preso la parola in aula. Dopo un breve riepilogo della vicenda che ha portato alla sua condanna in terzo grado per l’utilizzo dei fondi riservati quando era Presidente della Regione siciliana, ha dichiarato di essere ancora incredulo e amareggiato: “Non sono stato condannato per collusioni con organizzazioni criminali, o per aver intascato tangenti, ma per aver mantenuto una condotta consolidata nel tempo e assimilabile a prassi costituzionale, atteso lo status di Presidente della Regione, che è equiparato al rango di Ministro”.

 

Drago ha citato i casi di Mancino e Scalfaro, ricordando che in quelle occasioni il Parlamento aveva ritenuto insindacabile l’operato dei Ministri.

“Tralasciando il tormento personale e le conseguenze sulla mia vita privata, tra il cui il licenziamento subito dall’Asp di Ragusa in seguito alla condanna, ritengo che non  possiate non convenire che la mia vicenda assume un carattere politico e istituzionale, perchè pone un problema  di equilibrio tra i poteri dello Stato.

La responsabilità di superare una prassi può essere demandata solo a una legge, e non ad una sentenza.

Se occorre disciplinare o modificare le modalità di utilizzo dei fondi riservati è il Parlamento che deve assumersi la responsabilità di farlo, e non può lasciare che sia la magistratura a stabilirlo, nel qual caso le conseguenze diventerebbero paradossali”.

 

“Vi prego perciò di accettare le mie dimissioni, affinchè il Parlamento possa affrontare la questione dei fondi riservati coprendo un vuoto legislativo importante, senza l’imbarazzo della mia presenza in aula”.

Il voto è avvenuto a scrutinio segreto.