Attualità
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30/12/2013 19:50

La croce di Malta nella rotatoria del cimitero di Modica

Serendipità

di Redazione

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La Croce
La Croce

Modica – Un classico esempio di serendipity (si può dire anche serendipità ma, riconoscerete, non suona alla stessa maniera). Mi è successo quello che, a sentire e leggere molti amici e molti siti, è già accaduto numerose volte: trovare su Google Maps delle immagini originali, soprattutto quando si utilizza la funzione “street view”. Su Google Maps stavo cercando alcune indicazioni di mio interesse sulla campagna ragusana e quando, stringendo con lo zoom nella zona di “Piano Ceci” (contrada rurale modicana) mi sono imbattuto su una immagine, a mio modo di vedere se non strana certamente originale, comunque inaspettata, da parte mia inaspettata. Guardando l’immagine catturata dal motore di ricerca capirete subito di cosa si tratta: la rotatoria sulla statale 115 che permette ai viaggiatori di scegliere se andare a Modica Bassa, a Modica Alta o verso Modica Sacro Cuore e Pozzallo. Una rotatoria dalla quale sarò passato centinaia di volte, ma osservandola sempre dall’altezza del finestrino dell’automobile. Con gli occhi del satellite la prospettiva cambia del tutto, ovviamente. E quasi magicamente appare il disegno della suddetta rotatoria: una croce ottagona. Il simbolo dei Cavalieri Gerosolimitani, o Cavalieri di San Giovanni, o Cavalieri del Sacro Ordine Militare di Malta, più conosciuti come – semplicemente – i Cavalieri di Malta.

Un disegno ben fatto, ottenuto semplicemente con l’utilizzo di sassi di due distinti colori. Appare evidente che come i solchi di Nazca in Perù questa croce dei Gerosolimitani in versione modicana è ammirabile e soprattutto comprensibile solo dall’alto. Ma quanto a noi interessa in questa sede è sottolineare la scelta, fatta da chissà chi, di arricchire la rotatoria stradale con tale importante (e impegnativo) simbolo del celebre ordine religioso militare.

Certo, i modicani con questa storia della Contea, meglio della “Storia”, della cultura, della primogenitura in fatto di tribunali, scuole superiori, intellettuali di livello, hanno creato un vero e proprio filone d’azione, un modo per rispondere a tutti e a tutto quando c’è da far valere le proprie ragioni. In tutta onestà, qualcuno ha anche esagerato, e non tanto per avere sovente amplificato meriti propri della ex capitale comitale, quanto per avere anche più sovente tirato fuori del tutto inopportunamente fatti antichi, meritori ma superati, reali ma obsoleti. Insomma, per affrontare un problema del 2014 può essere utile, ma non sempre determinante, ricordare che i Cabrera abitassero nel Castello (anche perché i catalani vissero per molto e molto prima nel castello di Ibla). Ora, per tornare al simbolo melitense riprodotto nella rotatoria sulla 115, appare evidente (lo è quantomeno a noi storici locali) che a Modica era – presso la chiesa di San Giovanni Battista (che gli illuminati figli della Contea hanno serenamente trasformato prima in cinema e adesso in auditorium) la sede della Commenda che non a caso era la “Modica-Randazzo” dei Cavalieri nostri dirimpettai al di la del Canale. Ma appare altrettanto evidente che con buona pace di Agostino Grimaldi non si può aiutare il sindaco Abbate ricordando ad ogni piè sospinto che si è stati “La Contea”. Lo si è stati, appunto, ma trecento anni fa. In conclusione però mi viene un dubbio: ma non è che quella croce ottagona nella rotatoria l’abbia disegnata un giardiniere o un geometra sol perché si tratta di un disegno geometricamente facile da realizzare e bello da vedere (anche se solo dall’alto)?