Il sindacato prepara il confronto con Lukoil.
di Redazione
Una serie d’interrogativi si pone dopo il cambio di maggioranza nell’assetto societario della raffineria Isab di Priolo. Dal 51 per cento del gruppo Erg e 49 della russa Lukoil si è appena passati al 40 Erg e 60 Lukoil. Primo interrogativo: cosa vuol dire questo trasferimento di quote azionarie? quali ulteriori novità riserva il futuro industriale per questo territorio?
Per un primo tentativo di risposta a questo interrogativo bisogna innanzitutto rileggere attentamente la (studiata) dichiarazione di Alessandro Garrone, amministratore delegato del gruppo Erg: «L’operazione – afferma Garrone – consente ad Erg di rafforzare ulteriormente la propria struttura finanziaria, mantenendo un adeguato ruolo industriale nel business della raffinazione in partnership con Lukoil, coerentemente con la strategia “multi-energy” del gruppo».
Le parole chiave di questa dichiarazione: «struttura finanziaria», «adeguato ruolo industriale», strategia multienergy».
Punto primo: quella di Erg è un’operazione finanziaria; vende quote della raffineria, e le vende al valore 2008: antecrisi. Insomma fa cassa.
Punto secondo: «adeguato ruolo industriale»; ma adeguato a quali fini? a fini di sviluppo, magari in settori direttamente o indirettamente collegati alla raffinazione, o a fini di cassa per un progressivo disimpegno da questo territorio divenuto ostile?
Infine la chiave delle chiavi di lettura: «strategia multi-energy». E quindi raffinazione sempre meno, a vantaggio di altri settori energetici: fondamentalmente elettricità e gas. Ed ecco il punto nodale: il gas, ovvero il rigassificatore.
I vertici di Erg si vanno sempre più convincendo che questo benedetto progetto del rigassificatore sia finito in un vicolo cieco. Lo ha indirettamente confermato il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, domenica scorsa qui a Siracusa: non sono contrario, ha detto, purchè ci siano le condizioni di sicurezza. Ed ha aggiunto: l’assessore dell’Energia, Giosuè Marino, ha pieno mandato.
Anche qui cerchiamo la chiave di lettura di queste parole. Punto primo: le condizioni per la sicurezza le ha dettate la conferenza dei servizi del luglio scorso con le sue prescrizioni; e sono soltanto queste prescrizioni che hanno valore giuridico. Il presidente Lombardo invece che fa? Dà pieno mandato all’assessore Marino. E l’assessore che fa? Apre un tavolo tecnico. Della serie «qui non si batte chiodo».
Tornano alla mente, a questo punto, le parole pronunciate, in risposta a una nostra domanda, dal presidente del gruppo Erg, Edoardo Garrone: «Siamo in Sicilia dagli anni Settanta. E vorremmo rimanerci. Ma se il territorio non ci vuole più ce ne andiamo». Ebbene, vendere quote di proprietà che altro può significare se non aprire la strada per andar via? Tanto più se si considera che anche in Puglia Erg vende. Nel settore delle energie rinnovabili ha infatti lanciato un’opa (offerta pubblica di acquisto) per la controllata Erg Renew spa, con 310 megawatt complessivamente installati nel settore eolico (246 MW in Italia e 64 MW in Francia).
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