Attualità
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11/09/2007 00:00

La facoltà iblea di Medicina rischia di non avere senso

di Redazione

Si addensano nubi nere sulla facolta di Medicina. L’impossibilità di creare le cliniche universitarie negli ospedali iblei rischia infatti di rendere monco il corso di laurea ospitato nei locali del consorzio Asi. Per il momento è stato rinviato a data da destinarsi l’atto di costituzione del centro di ricerca.
Di questo e dei rapporti tra Università di Catania e Consorzio della provincia di Ragusa si discuterà oggi nella sede del rettorato. I vertici del consorzio, con in testa il vice presidente Lorenzo Migliore, incontreranno il rettore Antonino Recca. Sul tappeto anche il caso della Facoltà di Lingue che potrebbe anche fissare la sua sede a Catania lasciando a Ibla, nel ristrutturato convento di Santa Teresa, solo un corso di laurea.
I temi più spinosi sono però quelli economici. Le convenzioni sono infatti troppo onerose e comunque ormai insostenibili per comuni alle prese con la costante contrazione delle risorse.
Il Consorzio universitario ritiene, anzi, che sia opportuno invertire questa tendenza facendo in modo che sia l’Università di Catania a investire con maggiore impegno nelle realtà della provincia di Ragusa. In particolare si pensa che le tasse pagate dagli studenti iscritti in provincia di Ragusa e la quota parte dei contributi che l’Università riceve dallo Stato debbano essere reinvestiti nei corsi di laurea del consorzio ibleo.
Diverso è il problema della facoltà di Medicina. «I nostri parlamentari – dichiara il vice presidente del consorzio universitario Lorenzo Migliore – dovrebbero litigare meno e pensare di più a un provvedimento capace di contemplare le esigenze dell’università con quelle degli ospedali, delle aziende sanitarie e dei cittadini. Se non arrivano novità in tal senso la facoltà di Medicina a Ragusa non avrà più senso».