di Redazione
Prove tecniche di “grande centro”. Le “sirene” dell’Udc trovano nella Margherita un altro alleato, che si richiama sempre all’area Rutelli. Prima Antonio Borrometi, ieri il deputato regionale Roberto Ammatuna che, proprio quando il coordinatore provinciale del suo partito, Venerina Padua, e i consiglieri comunali di «Nuova prospettiva» ribadivano il no all’Udc, rilanciava invece il rapporto di collaborazione con l’Udc e il Mpa.
«Il Partito democratico dispone di una forte capacità attrattiva – ha sostenuto il parlamentare pozzallese – e pertanto ha il compito di cambiare gli equilibri politici della Regione, compito non facile vista la radicata maggioranza di centrodestra. È necessario – ha aggiunto Ammatuna – determinare una forte mobilitazione dal basso e aprirsi al dialogo anche a forze di centro come Udc e Mpa, con le quali occorre trovare nuove formule per il governo della Regione e degli enti locali. È questo il modo – ha concluso il deputato ibleo all’Ars – per tentare di scomporre l’attuale maggioranza di centrodestra negli enti locali in Sicilia, anche perché le attuali alleanze non sono immodificabili».
Qualche ora prima del colpo di coda a sorpresa di Ammatuna, il presidente provinciale della Margherita, Venerina Padua, aveva definito «personale» la posizione di Borrometi. «Le dichiarazioni circa l’opportunità di un allargamento del quadro delle alleanze verso partiti e aggregazioni ancora oggi organici o collaterali al centrodestra, pur rispettabili e legittime, sono fatte a nome personale. Non è la nostra linea – aveva aggiunto –. Siamo tuttavia per una decisa apertura alla società e a un elettorato moderato e riformista per incoraggiare l’apporto di nuove idee e linfa a quanti, riconoscendosi nei principi costitutivi del Partito democratico, intendono partecipare alla sua costruzione».
A chiudere le porte all’Udc, a Cuffaro, Drago e Torchi erano stati anche Nino Cerruto e Giovanni Giurdanella, consiglieri comunali di «Nuova Prospettiva», lista che ha sostenuto Antonello Buscema per la sindacatura. Cerruto e Giordanella non condividono aperture e dialoghi con il centrodestra e soprattutto con l’Udc. «Ci sentiamo profondamente alternativi – spiegano i due giovani consiglieri comunali – al modo di fare politica dell’Udc in Sicilia, di gestire la cosa pubblica e di concepire la Sicilia e il suo futuro. Con i quadri locali e regionali dell’Udc ogni tipo di apertura e di confronto è per noi improponibile».
Per i due consiglieri di «Nuova prospettiva» la via d’uscita da una condizione politicamente minoritaria è la creazione di una mentalità nuova, capace di aggregare chi vuole il cambiamento. «Siamo disponibili per il cambiamento e per essere alternativi a chi comanda a Modica, Ragusa e Palermo».
La posizione di Nino Cerruto e Giovanni Giurdanella è indirizzata soprattutto a Borrometi, che nei giorni scorsi ha rilevato la necessità di uscire dal “ghetto” politico in cui rischia di essere intrappolato il centrosinistra ed il nascente Partito democratico. L’ex parlamentare nazionale, interpretando anche la linea Rutelli, è per una ricerca di consenso all’interno del ceto cattolico e di centro che si è aggregato finora soprattutto attorno all’Udc. «Nessun inciucio di sorta – ha insistito ancora l’ex parlamentare nazionale e regionale – ma dobbiamo provare a incunearci nel territorio avversario, dobbiamo indicare al nostro elettorato una prospettiva credibile, l’arroccamento non paga per chi sta al trenta per cento dei consensi».
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