di Redazione
Signori,
accogliamo i molti fischi ed i pochi applausi allo stesso modo. Siamo noi attori ed autori dell’opera andata in scena.
Vogliamo colpevolizzare l’ignara grammatica e la sprovveduta ortografia per poi condannarle in contumacia?
Per favore, smettiamola. La colpa del cattivo spettacolo, se indigesto è stato, è solo nostra.
Non entro nel merito dell’acceso dibattito su Sacro (Filosofia, Letteratura, Cinema.. etc) e Profano (spernacchiamenti, ravioli, aquilotti.. etc). Non mi compete e non ne ho voglia.
Coloro che scrivono, sui liberi Blog o sui fogli di un quotidiano, sui muri delle case o sulle pentole e sui coperchi.. delle nostre sventurate cucine, .. della mortadella andata a male che ci governa, delle amanti del prete, della pirofollia, delle cooperative fallite, di Seneca e del basolone, sono semplicemente.. Artisti.
Li chiameremo alla bisogna, poeti, saggi, succhiainchiostro o “imbrattapietre.. per poi unirli sotto lo stesso tetto, di una stessa casa:
la passione.. .
Lo sapevate, lo sapevamo, lo sapete e lo sappiamo. Il narciso che cova dentro allo scrittore che è in voi non morirà mai annegato nel fiume delle sue parole. Lo avete dentro e ve lo tenete!! Combattetelo se potete, se volete. Mai lo caccerete dalla vostra anima.
Orsù gente, sorridiamo.. .
Voi scriverete sempre dei Dolori del Giovane Werther, così come riderete delle zucchine e dei tuberi, silenti e raglianti.
Siete clown in questo circo, non scordatelo, mai. Le regole d’ingaggio erano chiare.
Adesso ridete.. per quel che v’avvelena il cor..
Socrathe
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