Era l'anno del motorino, e anche del primo telefonino
di Lettera firmata
Modica – La prima volta che mi sono innamorato era l’estate del 2005. Ma io non lo sapevo.
Era l’anno del motorino, e, di conseguenza, anche l’anno del primo cellulare. E lei non mi cagava. Ci piacìa sulu essiri circata*.
Mi accorsi, con ritardo, e solo alla fine dell’estate, di essermi preso una cotta. Ricordo, era un pomeriggio dei primi di ottobre.
Con i miei genitori ci attardavamo ancora alla casa al mare, a Marina di Modica, a goderci il silenzio dell’isolamento di Punta Regilione, e io, durante il filuvespri**, ero stirato come una lucertola sugli scogli neri e lisci sotto casa mia, col telo nero della Stefanel, la maglietta nera di Radio 102.5 e il costume immancabilmente rosso e un po’ sdrucito.
Stavo divorando “Leggere Lolita a Teheran” che Sabrina mi aveva lasciato prima di tornarsene a Modica, un mese prima.
Era il periodo dell’attivismo politico, del megafono in assemblea di istituto e dei cortei. Allora come adesso dormivo sotto la bandiera rossa.
Improvvisamente, nel silenzio assolato del mare piatto, mi resi conto di aver dimenticato il nome del Presidente del Consiglio.
Di botto scoprii di aver trascorso una fantastica estate di sogni, da rincitrullito che non aveva ricevuto nulla in cambio da lei.
E tuttavia, da bravo zonno*** insistetti per un anno. Poi la mandai allegramente a farsi fottere.
Oggi scopro che lei il mio consiglio lo ha seguito fino in fondo e numerose volte con numerose persone di numerosi colori.
Quell’estate la radio mandava in diffusione una canzone che faceva:
“Tengo la camisa negra
hoy mi amor esta de luto
Hoy tengo en el alma una pena
y es por culpa de tu embrujo”
Sono passati sei anni, lei ha cambiato più di un ragazzo l’anno, il Presidente del Consiglio è ancora Lui.
*Le piaceva essere cercata da me
** Siesta pomeridiana
***Stupido e ingenuo come solo un modicano può

© Riproduzione riservata