Visita dell’on. Ferreri
di Valentina Raffa
Modica – “Continueremo a lottare contro le ingiustizie”. Così Simona Terranova, sorella di Mauro, 23enne affetto da Atassia Spinocerebellare, che vuole sottoporsi alle cure compassionevoli con metodica Stamina. Se la Regione siciliana si è allineata con lo stop a Stamina deciso dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha emanato un decreto ministeriale ad hoc, non si è spenta, dunque, definitivamente la speranza dei familiari dei malati gravi, che, pure, ha subito un duro colpo.
La posizione del governo è chiara, ma la metodica Stamina continua a dividere anche all’interno dell’Ordine dei medici. “Innanzitutto, un decreto ministeriale non può scalzare una legge, la Turco-Fazio, grazie alla quale i malati avevano avuto una speranza – dice Simona -. E prova ne è il fatto che le cure non sono state del tutto sospese, in quanto ci sono 36 malati che continuano a curarsi agli Spedali civili di Brescia. Questo fatto, inoltre, dimostra come il decreto ministeriale non dica che non si possono fare le cure compassionevoli, altrimenti Brescia starebbe agendo fuori legge, quanto che non è possibile una sperimentazione sul metodo”.
Simona puntualizza, ad avallo di quanto dichiarato, che la Risoluzione n. 6 votata all’unanimità all’Ars, che impegnava l’Assessore ad autorizzare le Aziende ospedaliere “V.E. Ferrarotto S. Bambino” di Catania e “Villa Sofia-Cervello” di Palermo all’attivazione delle cure con le staminali mesenchimali entro 45 giorni al massimo, termine scaduto da tempo, “era stata fatta con riferimento alle cure compassionevoli”. “Oggi, invece, si continua a insistere sulla sperimentazione, che non si può fare – dice Simona – e ritengo che ciò possa celare qualche conflitto di interesse”.
Recente, sull’argomento, l’intervento di Viva la Vita onlus Italia, che ritiene “doveroso precisare che la bocciatura della sperimentazione attenga a un metodo standardizzato totalmente differente da quello che Stamina utilizza a Brescia, e che, come Francesco De Ferrari, prof. di Medicina legale all’Università degli Studi di Brescia e presidente del Comitato etico provinciale e, prima ancora, del Comitato etico interno degli Spedali civili, tiene a ricordare nei passaggi che hanno portato Stamina Foundation a varcare le porte degli Spedali civili, ‘Il metodo arrivò a Brescia dopo aver ricevuto il benestare di Aifa. L’agenzia certificò che quel trattamento era in linea con il decreto sulle cure compassionevoli, e di fronte alle perplessità del Comitato etico, Aifa ribadì che non c’erano condizioni ostative alla pratica del trattamento. Ci sarebbe da capire cos’abbia indotto l’agenzia del farmaco a cambiare idea in pochi mesi, dato che fu un diretto intervento dell’Agenzia italiana del farmaco nel maggio 2012 a bloccarne la somministrazione, successivamente ripresa su volere dei giudici’”.
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