di Redazione
Il nome Donnalucata in arabo vuol dire “fonte delle ore”, e i dominatori avevano scelto questo nome per via della sorgente di acqua dolce in prossimità del mare, che dare sfogo a un fiume carsico sotterraneo.
Sono passati i secoli, gli arabi non sono più dominatori, ma naufraghi sulle coste donnalucatesi, e le fonti d’acqua dolce continuano a fare capolino in spiaggia a Micenci.
Molti bagnanti, e fra questi mamme con i loro piccoli, amano questo luogo, recintato dal Comune perché pericoloso in quanto ci sono le “sabbie mobili”, per via del fatto che l’acqua è freschissima e ritemprante per chi non sopporta la calura estiva.
E tuttavia, al di là del rischio di essere risucchiati dal gorgo, evitato dalla recinzione, ce ne è un altro meno noto, ma non meno insidioso. Nel corso degli anni le analisi compiute su quell’acqua dolce hanno registrato la presenza di residui fecali, in percentuali minime, ma tali da far abbassare il voto che l’Ausl ha dato alla spiaggia di Micenci.
Molti bagnanti ignorano tale circostanza, e si trastullano beatamente nell’acqua dolce e fresca della sorgente, luogo di ritrovo di molti bambini. Maggiore consapevolezza e informazione sulla salubrità del sito renderebbero meno ambita la meta, dove conviene semmai, se proprio si sente caldo, rinfrescarsi i piedi. Ma solo quelli.
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