Economia
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22/01/2012 19:26

L’anima tafazziana di noi Forconi

L'autolesionismo siciliota

di Redazione

Tafazzi
Tafazzi

Gli scaffali dei supermercati siciliani sono vuoti. Ma anche quelli del Lazio, della Campania, del Veneto e della Lombardia, per non parlare dei mercati europei non serviti per una settimana intera, vuoti anch’essi: mancano i prodotti della grande distribuzione nazionale in Sicilia e, soprattutto, mancano i prodotti siciliani per la fornitura di tutta l’Europa.

Il Motivo? Lo conoscete benissimo, mercati ortofrutticoli bloccati, ovvero niente export, e normale circolazione dei TIR stoppata, ovvero niente importazione.

Bastano solo 5 giorni di blocchi alle strade e traghetti fermi, per distruggere l’economia siciliana. I danni sono irreparabili. A Ragusa, migliaia di litri di latte sono rimasti  nei caseifici e nelle cisterne di stoccaggio e dovranno essere buttati con danni enormi per gli allevatori che, paradossalmente, devono anche prendere in carico la beffa del costo dello smaltimento. E i fiori, e gli ortaggi? Prodotti deperibili che non possono resistere in stallo per così troppo tempo. Dunque, la ricchezza della nostra provincia, pezzo importante del prodotto interno lordo dell’Isola, dev’essere buttata al macero. E così anche per il manifatturiero, ragusano e siciliano.

Cinque giorni di disastri. Annunciati, però. E accordati, però, col tacito assenso del Governo dell’Isola e della prefetture. In un periodo di crisi dei mercati, nel momento economico più assurdo ed estremamente delicato dell’incertezza della domanda, nella congiuntura della precarietà dell’economia intera, non solo siciliana, Forconi e Onda d’urto, con lo sciopero ad oltranza e i blocchi autorizzati, l’hanno combinata davvero grossa. Annientata, in soli 5 giorni, l’affidabilità commerciale di tutto un popolo che ha costruito la propria ricchezza in agricoltura, nelle produzioni del latte e nelle elaborazioni del manifatturiero ad alto valore aggiunto.

La guerra dei Forconi e di Onda D’urto, seppur ispirata da finalità nobili ma di parte (non scordiamo che le rivendicazioni dei due movimenti erano finalizzate al raggiungimento di un beneficio solo ed esclusivamente per loro fazioni, e che nulla avevano e hanno a che vedere con il patrocinio del bene collettivo), ha fatto pagare un tributo altissimo a tutto il popolo siciliano.

I novelli campieri, armati di forche e tridenti, a cavallo dei loro autoarticolati, per salvare la tasca e il conto in banca, hanno fatto perdere la faccia, e non solo quella, alla Sicilia intera. Complimenti agli organizzatori, e pure ai sostenitori.