Di Gianni Mania
di Redazione


Scicli – La pandemia, il lockdown, il disastro che ne è conseguito dal punto di vista umano ed economico, nonostante condizioni ancora la nostra vita, sembra affievolirsi nei ricordi. I sanitari eroi, i sacrifici sembrano già ricordi sbiaditi come i colori “dell’andrà tutto bene” sui balconi. C’è un tentativo di rimozione dell’evento traumatico non indifferente ed ancora peggio si accreditano teorie negazioniste e complottiste. Ma i virus sono sempre in agguato e mantenere la memoria di un’epidemia ci può aiutare nella prevenzione e a circoscrivere il contagio.
E’ proprio dall’esigenza della memoria collettiva nasce il progetto di Gianni Mania, documentare la sua città nel periodo del lockdown. Mentre la maggior parte dei cittadini erano reclusi dentro, tante categorie di lavoratori continuavano a lavorare nel deserto delle città. Dai netturbini ai corrieri, dal macellaio al panettiere, i farmacisti, gli edicolanti, nella consapevolezza del momento traumatico che si stava vivendo.
250 ritratti di lavoratori in lockdown, fotografati nel loro ambiente. Volti che nonostante siano coperti da mascherine, parlano di sacrificio e dell’orgoglio di appartenere e di rendere un servizio alla propria comunità. E Gianni Mania li intervista anche uno per uno raccogliendo anche le loro opinioni, formando quindi oltre che un archivio fotografico, un archivio sonoro.
Foto ed interviste saranno il tema di una performance inedita che sarà visibile domenica 9 agosto nei pressi del torrente Aleardi nell’ambito della manifestazione “La città sonora”. Un omaggio alla sua città il progetto di Gianni Mania, una testimonianza a futura memoria.
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