Questioni di ambiente
di Saro Distefano


Ragusa – Pare sia un paio di stagioni che la sua discreta presenza faccia parte ormai integrante della fauna lacustre. Si tratta della anodonta (cygna o woodiana), una grande conchiglia, un bivalve proveniente dal Nord Italia o dall’Asia.
Come che sia, si è perfettamente ambientata nelle calme e limacciose acque dell’invaso artificiale della contrada Santa Rosalia, a dieci chilometri a nord di Ragusa.
Gli esemplari si trovano facilmente nelle zone del lago dove la riva degrada lentamente, su terreni terrosi dove il grande mollusco trova una perfetto habitat. Trattandosi di un organismo allogeno, ovvero forestiero, insomma non indigeno, bisognerebbe, a stretto rigore di logica e di tutela ambientale, fare qualcosa per eliminarlo. Insomma, lo stesso discorso fatto per i cinghiali nella riserva della Foce del Fiume Irminio, o delle nutrie nella stessa foce. Però è vero anche che questi grandi molluschi rendono un favore all’ambiente lacustre ibleo, perché la loro è una intensa, continua, costante opera di filtraggio dell’acqua.
Nel mentre le autorità preposte decidano il da farsi, i gusci vuoti di questa grande conchiglia fanno l’allegria dei bambini che giocano con i riflessi multicolore della parte interna del guscio.
© Riproduzione riservata