Sono sei le tradizioni riconosciute: la cavalcata, il Cristo Risorto, le Milizie, la Settimana Santa, le Canzoncine, i Giardini di Pietra
di Redazione


Scicli – “Più vaga dell’aurora”. Il popolo di Scicli ripete ogni anno il miracolo delle Canzoncine. Centinaia di persone partecipano alla processione per le vie cittadine, accompagnate dalla banda musicale, mentre cantano a Concetta Immacolta, “più vaga dell’aurora, più candida di un giglio”, in assenza del simulacro della stessa. Un originale esempio di pietà popolare che non ha eguali. Nelle Canzoncine non c’è statua, non c’è l’immagine della Madonna, ma la sua immaginazione e presagio.
Da qualche giorno le canzoncine, insieme ad altre cinque tradizioni di Scicli entrano a far parte delle Eredità Immateriali Unesco. Sono la Festa di San Giuseppe con cavalcata, la Festa del Cristo Re Risorto, la Festa della Madonna delle Milizie, le Celebrazioni e i riti della Settimana Santa, appunto le Canzoncine in onore di Maria Santissima, il Paesaggio e i Giardini di Pietra. Quest’ultimo riconoscimento è l’unico extracomunale e riguarda il patrimonio dei muri a secco del ragusano.
Nei giorni scorsi presso i locali del Ciapi di Priolo Gargallo si è svolta la giornata di studio sul tema “Quali azioni per la salvaguardia, la divulgazione, la promozione e la fruizione delle Eredità Immateriali Siciliane”, col patrocinio della Regione Siciliana. Ha partecipato all’appuntamento, in rappresentanza dell’amministrazione comunale di Scicli la dottoressa Enza Spataro, capo settore cultura, che ha ritirato i sei riconoscimenti per conto del Comune.
Ma cosa sono le Eredità Immateriali Unesco?
Secondo la Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale, approvata dall’UNESCO il 17 ottobre 2003, le Eredità Immateriali sono “l’insieme delle pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e tecniche – nella forma di strumenti, oggetti, artefatti e luoghi ad essi associati – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui, riconoscono come parte del loro patrimonio culturale”. Tali Eredità, più in particolare, riguardano le “tradizioni orali ed espressioni, compreso il linguaggio come veicolo del patrimonio culturale immateriale, le arti dello spettacolo, le pratiche sociali e rituali, gli eventi festivi, le conoscenze e pratiche concernenti la natura e l’universo, i saperi legati all’artigianato tradizionale”. L’Unesco ha recentemente posto al centro delle sue attività istituzionali la tutela e la valorizzazione delle Eredità Immateriali dell’Umanità. In Italia, invece, non esistono ancora norme specifiche per la loro salvaguardia. Per dare una risposta a tali considerazioni, l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali, Ambientali e della Pubblica Istruzione ha provveduto a istituire il Registro delle Eredità Immateriali (REI) e il Programma Regionale delle Eredità Immateriali.
Ma quali sono le caratteristiche delle altre feste sciclitane entrate nel patrimonio immateriale? La cavalcata di san Giuseppe, descritta da Elio Vittorini, una infiorata a cavallo, la festa del Cristo Risorto, a Scicli chiamato Uomo Vivo e anche Gioia, cantato recentemente da Vinicio Capossela, tutte le celebrazioni e i riti della Settimana Santa, e la festa della Madonna delle Milizie, l’unica madonna guerriera della cristianità, che sconfigge i turchi per salvare sciclitani e normanni.
Le tradizioni di Scicli hanno perciò una specificità tale da essere considerate dalla Regione, e dall’Unesco un unicum, che rendono la pietà popolare della comunità particolarmente degna di tutela. In particolare le tre feste di primavera, Cavalcata, Cristo Risorto e Madonna a cavallo sono una sorta di tris d’assi particolarmente originali che non hanno eguali nel resto dell’Isola. Soprattutto con riferimento alla Pasqua, laddove viene spesso celebrato il lutto, il Venerdì Santo, nella tradizione religiosa siciliana, mentre a Scicli il momento clou è la Risurrezione e la gioia.
Nella elaborazione delle schede che hanno portato al riconoscimento una grande collaborazione è venuta dai parroci della città, che hanno contribuito a cristallizzare la tradizione secondo i canoni della dottrina cattolica.
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