Cronaca
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21/10/2025 21:15

Le offre un posto di lavoro come badante e la sequestra per un mese violentandola

Risponde all'annuncio: picchiata e violentata per un mese

di Redazione

Palagonia, Catania – I carabinieri  di Palagonia hanno arrestato un 60enne responsabile di sequestro di persona e violenza sessuale ai danni di una 44enne di origini romene residente nel Messinese. E’ stata una vera e propria odissea per la donna che, rispondendo a un’inserzione on line su un noto social media che offriva un posto di lavoro da badante per anziani, è andata in casa del 60enne, al centro di Palagonia, per conoscere la presunta anziana da accudire e concordare i termini economici.

Già da subito la donna aveva subodorato qualcosa di strano nel comportamento del 60enne, vecchia conoscenza dei carabinieri per i suoi precedenti penali, notando la presenza di molte lattine di birra abbandonate ovunque in casa ma, soprattutto, l’assenza della sua futura assistita.

A questo punto il 60enne, che fino a quel momento aveva incentrato le proprie attenzioni sull’aspetto esteriore della donna con sfacciato apprezzamento verbale sulle sue fattezze fisiche, le ha rivelato che non c’era alcuna persona da accudire e, che, l’impiego lavorativo da badante, era solo un pretesto per consentirgli di conoscere donne con le quali consumare rapporti intimi.

La donna, impaurita, ha cercato immediatamente di scappare, ma la porta d’ingresso era stata già chiusa a chiave dal 60enne che, con la forza, l’ha privata dal cellulare per evitare che potesse chiedere aiuto. Il calvario della donna si sarebbe addirittura protratto per circa un mese, lasso di tempo durante il quale il 60enne, per sottometterla a sé, l’avrebbe più volta presa a schiaffi e pugni.

La donna, separata e madre di un 12enne, sarebbe stata così costretta a soddisfare in ogni momento le insane pretese del 60enne, il quale lasciava la casa brevemente e solo per andare a comprare sigarette, birre e generi alimentari, ovviamente, chiudendola a chiave in casa. Un giorno è uscito dimenticando il cellulare, consentendo così alla poveretta di trasmettere un messaggio a una sua amica e chiederle di chiamare i carabinieri, salvo poi cancellarlo per evitare che lui si accorgesse di qualcosa.

Una pattuglia si è presentata in casa, trovando la 44enne segregata che ha raccontato tutto, chiedendo di essere salvata da quello che lei continuava a chiamare “mostro”. E’ stata affidata alle cure dei medici dell’ospedale di Caltagirone, mentre l’aguzzino è stato portato in carcere.