di Redazione
Un colpo al cuore dell’economia della Provincia. Lo storno del miliardo di euro che la Finanziaria nazionale destinava alla Sicilia come ristoro per la mancata realizzazione del ponte sullo Stretto, significa che alle casse dell’ente di viale del Fante vengono a mancare qualcosa come 24 milioni di euro l’anno per un triennio.
Questa, infatti, era la quota assegnata al terrirotio ibleo, dopo una lunga serie di riunione per spartire quel miliardo, che faceva gola a tutta la Sicilia.
Le somme erano vincolate al miglioramento di quella che viene chiamata la viabilità secondaria, ossia proprio le strade di competenza degli enti sovracomunali. Con quegli 84 milioni in tre anni, la Provincia avrebbe potuto mettere mano realmente alla sistemazione di gran parte delle arterie di sua competenza, comprese quelle che rientrano all’ente dopo l’accordo con i Comuni.
«Si tratta di strade – ha rimarcato nell’ultimo consiglio provinciale l’assessore alla Viabilità Giovanni Venticinque – su cui, negli ultimi anni, non è stato speso un euro e le cui condizioni sono adesso facilmente immaginabili». Anche quelle strade, però, saranno costrette ad attendere se non arriveranno i fondi che erano stati assegnati all’ente di viale del Fante.
La prima comunicazione della sgradita novità è arrivata direttamente in consiglio provinciale per bocca dell’onorevole Riccardo Minardo, che, il giorno priva, aveva lamentato contestato il taglio al ministro per i rapporti col Parlamento, Vannino Chiti, nel corso del question time alla Camera. Minardo ha anche annunciato che, sulla questione, ha presentato un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, chiedendo conto e ragione delle somme prima assegnate alla Sicilia e poi dirottate su altri capitoli. Mercoledì, a Roma, si svolgerà una manifestazione promossa dall’Unione delle province siciliane e l’ente ibleo sarà presente. Il presidente Franco Antoci ha fatto sapere che sarà in prima fila se sarà confermato il taglio dei fondi. Quegli 84 milioni sono fondamentali per il territorio ibleo, sempre più emarginato.
Secondo l’iter inizialmente previsto, il 3 agosto ci sarebbe dovuta essere la riunione del Cipe nella quale procedere alla ripartizione delle somme, che, però, ora sembrano non essere più disponibili. L’onorevole Minardo ribadisce che «quei soldi, non solo sono nostri, ma diventano indispensabili per l’intera economia». Il deputato di Forza Italia sottolinea come il Governo non possa «pensare di utilizzare questi fondi diversamente da come stabilito dal Parlamento con l’approvazione della legge finanziaria 2007». Né si può dire che quei fondi non c’erano, perché ribadisce Minardo, «senza la copertura, il Parlamento non avrebbe potuto approvare la Finanziaria».
La mancanza dei fondi rende di fatto impossibile una programmazione degli interventi sulle strade. Perché il bilancio della Provincia è quel che è e non può certo prevedere investimenti consistenti per rimettere in sicurezza le strade che necessitano di interventi urgenti. Anche per questo, la scorsa settimana, l’esame del Piano triennale delle opere pubbliche della Provincia è stato sospeso. Il Consiglio tornerà ad esaminarlo nella seduta di questo pomeriggio. Ma se non ci sono gli 84 milioni da spalmare in un triennio (28 per annualità), ci sarà poco da poter prevedere: solo gli interventi strettamente indispensabili.
Il presidente della Provincia sottolinea lo stato in cui si trova il nostro territorio: «Le ferrovie le vogliono ridurre; il ponte sullo Stretto non lo fanno più, le strade non le possiamo mettere in sicurezza: come dobbiamo comportarci? Dobbiamo essere sempre più isolati?».
La parola finale alla vicenda sarà posta il 3 agosto, quando è prevista la seduta del Cipe. Se i fondi sono stati tagliati, ci sarà assai poco da spartire. Ed allora, veramente, bisognerà andare a Roma a battere i pugni sul tavolo, perché senza soldi le nostre strade saranno destinate a non ricevere gli interventi di cui hanno bisogno.
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