La ventenne di Capaci trovata cadavere nella piscina di una villa di Bagheria dove si stava svolgendo una festa. Le indagini non escludono alcuna pista
di Redazione

Bagheria, Palermo – È giallo sulla morte di Simona Cinà, una ventunenne di Capaci trovata senza vita, la scorsa notte, nella piscina di una villa a Bagheria nel Palermitano. La ragazza stava partecipando con gli amici a una festa di laurea organizzata da due universitari: il corpo sarebbe rimasto in acqua per diversi minuti prima che qualcuno si accorgesse di quanto fosse accaduto, nonostante la piscina fosse molto piccola e alla festa ci fossero una ottantina di persone.
«Qualcosa nella storia non torna – dice il legale della famiglia Cinà, l’avvocato Gabriele Giambrone, che ha chiesto alla Procura di disporre una autopsia urgente sul cadavere – ci sono diversi aspetti da chiarire. Come mai per molti minuti nessuno si è accorto che Simona era in acqua morta? E perché la ragazza aveva la faccia in su? Se fosse caduta in piscina non l’avrebbero trovata in quella posizione. E allora si è sentita male mentre si faceva il bagno? Se così fosse stato, è strano che in uno spazio di otto metri quadrati circa nessuno abbia notato il corpo». Interrogativi a cui tentano di dare risposte le indagini dei carabinieri che da prima dell’alba hanno sentito decine di testimoni.
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Uno dei ragazzi è stato portato in caserma per il prelievo del dna: nella villa sono state infatti trovate tracce di sangue, ma il giovane ha raccontato di aver dato un calcio per lo choc dopo aver saputo della tragedia e di essersi ferito.Tanti dubbi da sciogliere. Di certo c’è che l’area in cui la festa si è svolta è davvero piccola. Da quanto accertato, gli organizzatori del party avevano affittato soltanto lo spazio esterno della villa: un piccolo patio e, appunto, la piscina.
Simona, venerdì, aveva pubblicato su Instagram alcune storie: gli allenamenti di pallavolo, poi i minuti prima di arrivare al party. «E’ già ubriaco», dice in un video postato sui social uno degli amici che la accompagnava in auto riferendosi a un ragazzo che era con loro in un’area di servizio e lei si chiede: ‘chi vince lui o la pompa di benzina?».
Nell’invito alla festa, girato su whatsapp, gli organizzatori avevano scritto esplicitamente che ci sarebbe stato dell’alcol. «Vi terremo idratati», si leggeva. Eppure i carabinieri, giunti dopo la chiamata di alcuni ragazzi non hanno trovato neppure una bottiglia. Anzi l’area era stata ripulita, le bevande fatte sparire e in sacchi di plastica erano state lasciate delle bottigliette di acqua. «Assolutamente inverosimile, qualcuno ha ripulito tutto», dice il legale.
Solo l’autopsia, che sicuramente sarà disposta nelle prossime ore, chiarirà le cause della morte di Simona. Per quanto finora ricostruito, la ragazza sarebbe deceduta tra le 3.20, l’ora in cui l’amica del cuore l’ha lasciata alla festa con altri, e le 4.10, quando è stata fatta la prima chiamata al 112 che ha poi avvertito i sanitari. Gli operatori del 118 sono arrivati in 10 minuti. Simona era stata già tirata fuori dall’acqua e qualcuno aveva tentato di rianimarla: lo provano i segni rossi trovati sul petto della giovane che, però, era già senza vita.
«Il sorriso più bello che abbiamo visto. Sempre solare, una ragazza che amava questo sport», dicono dalla Acg Beach, la società in cui giocava l’atleta, una pallavolista promettente. “Seguivo Simona come atleta sia indoor che di beach e in queste ore ho ricevuto numerose telefonate da parte di chi la conosceva personalmente che me ha descritto le doti umane e caratteriali. – dice il presidente della federazione italiana pallavolo di Palermo Edoardo Cammilleri – Siamo attoniti per questa scomparsa, non ci sono parole, posso solo a nome mio, del mio consiglio e di tutte le componenti del Ct Palermo, esprimere le più sincere condoglianze alla famiglia e inviare loro un forte abbraccio. Ciao Simona».
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