Piano sanitario, una iattura
di Gazzettadelsud


Ispica – «Il piano di riordino della rete ospedaliera sarà solo utile a smantellare i servizi e ad effettuare degli scriteriati accorpamenti». Ancora un affondo contro il piano varato dalla regione. Stavolta, porta la firma di Innocenzo Leontini e Orazio Ragusa. I due deputati regionali qualificano come «catastrofiche» le ripercussioni sulla sanità iblea.
Per scongiurare tale evenienza annunciano l’intenzione di reagire in modo forte ad un clima definito di «intimidazione all’interno» e di «mistificazione all’esterno». L’on. Ragusa ha ricordato che «le proposte dei deputati iblei (equilibrati accorpamenti dei nosocomi) sono state puntualmente non recepite dall’assessore regionale Massimo Russo. Il quale, invece, ha ridotto e smantellato i piccoli presidi ospedalieri».
Secondo Ragusa, se dovessero essere mantenuti i contenuti dal decreto «si prevedrebbe un ospedale di riferimento a Ragusa, due ospedali totalmente ridimensionati e collaterali, quali il “Maggiore” di Modica ed il “Guzzardi” di Vittoria». E la regressione di “Busacca” e “Regina Margherita” a «meri ambulatori ospedalieri». Infine, i posti letto. Sono in tutto «725 quelli rivolti agli “acuti”, assolutamente insufficienti ai fabbisogni della provincia. Non sono stati concessi i 56 posti letto tagliati ingiustificatamente, ma sono stati effettuati tagli anche nella riabilitazione e nella lungodegenza».
Leontini ha lamentato che «allo smantellamento dei reparti di diagnostica, di radiologia, delle direzioni sanitarie (persino a Vittoria), alla chiusura delle oculistiche e alla riduzione dei posti letto in chirurgia e medicina non corrisponde alcun potenziamento dei Presidi territoriali di assistenza, dei Presidi territoriali di emergenza e dei Punto di primo intervento. La prospettiva di una “riconversione” degli ospedali di Scicli e Comiso in strutture per la riabilitazione e la lungodegenza farà perdere a questi ospedali i posti letto utili a tenerli in vita».
Il deputato del Pdl ritiene che «Si sarebbe potuto evitare tutto ciò ascoltando la conferenza dei sindaci, le rappresentanze sindacali e gli operatori sanitari».
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