Giudiziaria
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05/05/2009 01:04

L’eredità contesa di Baldassarre Moncada

di Redazione

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Modica – Dopo la definitiva la sentenza della Corte d’Appello di Catania secondo la quale l’ispicese Baldassarre Moncada, deceduto il 10 settembre del 2001, era figlio naturale di Francesco Vaccaro, approda all’attenzione del presidente del Tribunale di Modica, Giuseppe Tamburini davanti al quale si è celebrata la prima udienza del processo che dovrà stabilire ed eventualmente, liquidare il 50 per cento del patrimonio di Vaccaro agli eredi di Baldassare Moncada, tra cui l’attuale assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Ispica, Marco Genovese, del quale la madre di Moncada che ebbe una relazione con Vaccaro, è la bisnonna.

Secondo la ricostruzione della vicenda fatta nella fase dibattimentale a Catania, il 25 settembre del 1904 la rotaia dei proietti del Comune di Spaccaforno consegnava ad Alessandro Curcio, segretario comunale delegato, un bambino di sesso maschile dall’apparente età di poche ore, avvolto in fasce bianche di pichè orlate di musolo con in testa una cuffia in pichè bianco rosato al quale veniva imposto il nome di Baldassarre Bortoli. Il piccolo veniva consegnato a Rosa Mandalà di Rosolini. E’ questo il momento che dava inizio alla lunga, e spesso, drammatica vicenda umana del Moncada il quale con un ricorso del 1995 chiariva la sua presunta posizione di figlio naturale di Francesco Vaccaro.

L’avvocato Giovanni Sciangula del Foro di Catania, ha sostanza chiesto il sequestro conservativo di tutto il patrimonio immobiliare di Vaccaro Curto ed il sequestro dei conti bancari e titoli annessi presso due istituti di credito. Il legale ha altresi chiesto una perizia che accerti e verifichi se esiste altro patrimonio in altre parti d’Italia. L’uomo era sposato con Concetta Giannone, ma mantenne, a seguito della morte di costei, rapporti ininterrotti di convivenza con Saveria Moncada, madre naturale di Baldassarre, in conseguenza al quale medesimo fu generato. Riconosciuto dalla madre, non è mai stato riconosciuto dal padre naturale attesa l’inaccettabilità, all’epoca, sul piano sociale, dell’unione contratta dal Vaccaro con la Moncada, già sua domestica. Nel 1918, l’uomo sposo quest’ultima. Il rapporto filiale era notorio a tutti ad Ispica e non fu mai taciuto né da Francesco Vaccaro, né dal figlio legittimo di questi, Tommaso.

Saro Cannizzaro