Cara Ragusanews,
ti scrivo come lettore perchè si tratta di un fatto privato, ma non certo isolato, che nel suo piccolo può contribuire ad aprire una piccola riflessione sul costo netto dell’energia e il “lordo” che invece paghiamo tutti in bolletta. Un tema che già affrontato in un’inchiesta della testata esattamente un anno fa, in tempi non sospetti. Quella che pubblico è l’ultima ricevuta della luce arrivatami per posta, 153 euro tondi: la più alta mai pagata per un bilocale da 48 mq che ho da oltre 10 anni a Milano. Un nuovo record dopo quella di luglio, 121. La media di 60-70 euro bimestrali degli ultimi anni ha resistito sino a fine 2021. Da gennaio 2022 è iniziata un’ascesa che, a partire da marzo, si è tramutata in un vero e proprio sprint e nessuno sa se e quando ci sarà un pit-stop. Che lo scontrino torni ai prezzi (già alti) di prima, non ci crede nessuno: siamo solo all’inizio della nuova crisi economica.
Ad ogni modo nella specifica della fattura - come si legge chiaramente - il prezzo della sola materia prima, l’elettricità, è di 112 euro; il resto sono tasse, un enigmatico “trasporto e gestione del contatore” (al suo posto da oltre 10 anni, monitorato telematicamente) e il maledetto canone Rai. Parliamo di 41 euro di extra, con cui c’avrei fatto comunque una piccola spesa per casa o una pizza con la mia compagna, contribuendo - sempre nel mio piccolo - ai consumi a cui, ci si lamenta, gli italiani stanno pian piano rinunciando. Lo stesso il gas; altrettanto oberato da oneri, ricalcoli e contatori che gonfiano il saldo. Il metano è aumentato in media di 10 euro l’anno: dai 20 euro del 2019 (il riscaldamento è condominiale e si paga a parte) a giugno 2022 siamo sulla cinquantina.
La nuova bolletta estiva deve ancora arrivare. Ma tornando alla luce, se l’aumento percentuale del 50% registrato da inizio anno per un piccolo appartamento, lo moltiplichiamo in scala per chi ha un locale o una fabbrica, ecco che si spiega il malore che sabato ha colto l'albergatore marsalese Davide Bellittieri. Ovvio che, in proporzione, aziende e imprese vadano clamorosamente fuori budget, anche in provincia di Ragusa dove nemmeno l’estate stracara è bastata a far quadrare i conti dopo il Covid. La Sicilia, come la Sardegna, non può nemmeno giovarsi delle misure “compensative” per i maggiori disagi sopportati dalle imprese energivore, quella che un tempo era la super interrompibilità. Potrebbe essere utile l’inserimento del principio di insularità in Costituzione: le Camere lo hanno approvato ma servono atti attuativi.