Ragusa - Gentilissimo Direttore,
visto il recente proliferare di notizie inesatte e tendenziose su una ipotetica ingente perdita di finanziamenti PNRR per la provincia di Ragusa, ritengo sia mio dovere intervenire per fare un po' di chiarezza.
Alcuni giorni fa il Dipartimento per le Politiche Europee guidato da Raffaele Fitto ha annunciato la trasmissione di una bozza di revisione del PNRR alla Commissione europea. Tale richiesta di revisione, che dovrà comunque essere approvata da Bruxelles, si è resa necessaria a causa del grave ritardo nel conseguimento di alcuni target richiesti dall’Europa per il puntuale invio delle rate dei finanziamenti del “Next Generation EU” ovvero il Fondo europeo per la ripresa, istituito dal Consiglio europeo al fine di sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia di COVID-19. I ritardi nel conseguimento dei target sono principalmente dovuti ad una errata pianificazione degli interventi in fase di programmazione e dall’oggettiva difficoltà a livello di enti pubblici (Comuni, ma non solo) nell’esperimento delle gare d’appalto per la realizzazione dei lavori o l’affidamento di servizi.
A titolo di esempio si citano il ridotto numero di richieste di costruzione di nuovi asili (quanti Comuni avevano progetti definitivi nel cassetto?) e l’oggettiva difficoltà nelle fasi di rendicontazione e monitoraggio (di nuovo, quanti Comuni hanno tra i propri dipendenti dei Project Manager?). Per evitare di perdere in toto le rate del Recovery Fund il Governo ha proposto alla Commissione Europea alcuni cambiamenti del Piano precedentemente approvato. Tali cambiamenti si sostanziano in una richiesta di variazione delle risorse allocate nelle diverse Misure del PNRR.
Non siamo in grado di costruire il numero di nuovi asili che avevamo programmato?
Chiediamo di pubblicare un nuovo bando e dilazionare i tempi di costruzione, per dare più tempo ai Comuni di redigere i progetti necessari. Il bando per la sperimentazione dell’idrogeno per i mezzi di trasporto è andato quasi deserto?
Rimodelliamolo con altre tipologie di dislocazione e dando più peso alla ricerca e sviluppo. Non si riescono a completare in tempo i piccoli interventi relativi all’efficientamento energetico e alla messa in sicurezza degli edifici pubblici, perché questi progetti non erano PNRR, ma poi sono stati inseriti nel PNRR ed è stato una “Apocalipse now” della rendicontazione?
Riportiamoli fuori dal PNRR e gestiamoli come tutti gli appalti pubblici. Di fatto quello che il Governo propone è un definanziamento di alcune Misure (cioè non saranno più a carico dell’Unione Europea ma del bilancio statale) e la modifica di altre (tempi dilazionati, numeri ridotti, destinatari meglio specificati). I nostri Sindaci devono dunque entrare nel panico? Assolutamente no! Quello che il Governo ha proposto (e che ripeto, ancora deve essere vagliato a livello europeo) non taglia fondi a nessun Ente con riguardo a progetti per i quali è stato già emesso un decreto di finanziamento definitivo (vedi per esempio i progetti di Rigenerazione Urbana, dissesto idrogeologico e via dicendo).
Eventualmente potrebbe crearsi l’eventualità che risorse in prima istanza allocate con determinato fine vengano stornate su altri progetti con finalità similari. Di sicuro molti dei progetti in corso non riceveranno più bonifici proveniente da Bruxelles ma torneranno a essere finanziati a valere su fondi nazionali (vedi RePower). Dunque nessuna paura: i nostri amministratori non dovranno vendere i palazzi di Città per pagare le ditte alle quali hanno appaltato i lavori. Di sicuro un po' di chiarezza in più, a tutti i livelli di comunicazione, non guasterebbe proprio.