Pachino - Cara Ragusanews, scrivo a te perché mi sembri il sito con più lettori in questa parte della Sicilia e perché temo che altri siti più locali non darebbero spazio alla mia rimostranza.
Dopo un anno di lavoro siamo arrivati lunedì con la famiglia nella decantata Marzamemi dei vip, trovando la spiaggetta e il mare davanti alla casa affittata totalmente invasi dalle alghe, seccate al sole da mesi e mesi, da affondarci i piedi fino alle ginocchia (anche dentro il mare), con tanto di cartello di divieto di balneazione: per il Comune di Pachino, la soluzione più logica anziché rimuovere la massa di posidonie. In pratica, non c’era un metro quadrato di sabbia o scoglio. Tanto i turisti coi soldi alla Marcuzzi vanno nei resort a 1000 euro a notte, mica nelle casuzze in affitto! Noi possiamo essere lasciati, letteralmente, nella melma. Nella foto pubblicizzata su Airnbn era tutt'altra cosa, e certamente non è colpa della proprietaria di casa.
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“Vabbè dai - ci siamo detti -, l’importante è che l’acqua sia pulita”. Il giorno dopo siamo stati buttati giù dal letto alle 6 di mattina da un rumore infernale: una ruspa ha aspettato che noi arrivassimo per decidersi, a fine giugno, a spazzare via la massa di alghe accumulate. Mica tutte, un angoletto appena. E non certo per noi poveri vacanzieri, che non abbiamo protestato con nessuno non sapendo - appena arrivati - neanche a chi rivolgerci. Crediamo sia stata un’iniziativa privata del chioschetto più avanti, che deve iniziare la stagione. Una mezza ripulita (che ha lasciato comunque oltre metà spiaggia esattamente com’era, invasa da alghe secche) terminata alle 10 - dopo 4 ore di inferno – con l’ammasso, proprio davanti al nostro balcone, di tutte quelle che la ruspa è riuscita a raccogliere. Non solo deturpando la vista, ma inondandoci di cattivo odore: il sollevamento di quella massa putrida e umida, lasciata marcire al sole, ha alzato infatti nell’aria delle esalazioni pestilenziali. Una puzza tremenda che, adesso, pare di vivere accanto a una discarica. Quando la toppa è peggio del buco.
“Faranno un pausa per il caldo e torneranno”, abbiamo pensato. Macché. Il lavoro è “finito” così. A metà. Ci hanno lasciato con questo spettacolo, dal giorno dopo l’arrivo. Un benvenuti che neanche Fantozzi. Tra qualche giorno dovremo ripartire, e questo che vedete nelle foto scattate è il belvedere con olezzo di cui abbiamo goduto finora. Abbiamo dovuto riparare in alcune spiaggette vicine ma, certo, il sogno di tuffarci nel mare sotto casa come Montalbano è rimasto tale. Forse rimuoveranno questa discarica di posidonie il giorno prima che ce ne andremo, come estrema beffa. Chi verrà dopo di noi magari avrà miglior sorte. Ringraziamo caldamente le autorità locali per il rispetto, la civiltà e l’accoglienza riservata a chi – pur non essendo Marcuzzi e compagnia bella – spende denaro nel loro territorio e desiderava tornarsene a casa con un bel ricordo da raccontare e pubblicizzare al ritorno. Siamo gente comune, non abbiamo i follower della Lucarelli e affidiamo a voi il nostro messaggio.
P.s.
Non è finita. Nello scarico del water non è possibile gettare la carta igienica perché si ottura: va conservata, lorda, nel cassonetto dell’indifferenziata che la nettezza urbana passa a raccogliere... una volta a settimana! Un problema che ci è stato rappresentato come proprio dell’intero paese e non solo della nostra abitazione. (Evitiamo di pubblicare altre immagini dei rifiuti ammassati alla periferia del paese, per dare al centro storico l'impressione di pulizia e decoro: l’ultima foto allegata non è nostra ma del vicino di casa, che qui risiede, tanto per rendere l’idea di cosa è Marzamemi fuori dai racconti promozionali). Grazie ancora.
La famiglia Insardi