Santa Croce Camerina - Da qualche settimana, tiene banco tra gli organi di informazione, la vicenda riguardante l’autenticità dell’opera “San Giovanni Battista giacente”, una tela poco nota di Caravaggio, da una collezione privata maltese, fulcro della mostra “Caravaggio – ultimo approdo”, inaugurata giovedì 12 maggio nella chiesa della Badia a Ragusa. La mostra doveva rappresentare un grande momento di cultura per richiamare migliaia di visitatori.
Questa vicenda, che ha messo in risalto la figura del Caravaggio, ha fatto ricordare che, in provincia di Ragusa esiste una tela, una fedele riproduzione d’epoca di una importante opera del Merisi.
Sicuramente pochi sapranno che, nella chiesa Madre San Giovanni Battista di Santa Croce Camerina, è custodita sull’altare maggiore una straordinaria copia della “Madonna di Loreto”, meglio conosciuta come la “Madonna dei Pellegrini” del XVII secolo, olio su tela, cm 230 X 140, attribuita fino a qualche anno fa alla bottega di Pietro Novelli detto il monrealese, il più importante e influente artista del Seicento in Sicilia. Opera restaurata nel 1983.
L’originale della “Madonna dei Pellegrini” è custodita a Roma nella chiesa di Sant’Agostino in Campo Marzio, Cappella Cavalletti. L’opera ha una storia tormentata e movimentata. Caravaggio dipinge la Vergine a piedi nudi, sulla soglia fredda e polverosa di una porta. È, quindi, una visione molto diversa da quella tradizionale di Maria che siede tra le nuvole, rappresentata da molti altri artisti dell’epoca.
La giovane che prestò la sua immagine per questo dipinto fu Maddalena Antognietti (detta Lena), abituale modella di Caravaggio. La ragazza frequentava ricchi notabili e cardinali, ed era nota come una cortigiana d’alto bordo. Questa scelta, palese al popolo e ai committenti, non era tanto una provocazione quanto una scelta filosofica e teorica di Caravaggio. Caravaggio, come in molte altre opere, si sforzò di tradurre le storie sacre e i contenuti spirituali in una realtà umile e quotidiana, quella della Roma del primo Seicento in un appello alle masse dei poveri e degli affamati. Le critiche degli accademisti, non tardarono ad arrivare, e in molti la etichettarono come un’arte irrispettosa dei canoni, il cui unico plauso può venire soltanto dal popolino.
Nella “Madonna di Loreto”, Caravaggio trasferì, ancora una volta, un tema sacro in una realtà popolare, per ribadire la centralità dei poveri e degli emarginati all’interno del messaggio evangelico. I veri destinatari dell’opera di Caravaggio furono dunque i “popolani”, le masse, e non i nobili signori che l’avevano commissionata. E le masse, vedendosi rappresentate con realismo, innalzate sull’altare al pari dei santi, non poterono non amarla. È, inoltre, merito loro se oggi conosciamo il dipinto anche con il suo nome “popolare”: la “Madonna dei Pellegrini”.
I particolari e la storia di questo quadro meritano di essere conosciuti e approfonditi, lasceremo alla fine di questo articolo gli indirizzi utili.
Ma tornando alla copia custodita a Santa Croce Camerina, alcune ricerche e studi condotti dal dottor Gaetano Cascone, facente parte dell’associazione Storia Patria di Santa Croce Camerina, in un convegno svoltosi a Modica qualche anno fa, oltre a smentire lo sbarco del Caravaggio a Santa Croce e le sue vicissitudini in terra iblea, ha puntualizzato che la celebre tela della “Madonna dei Pellegrini“ che si trova nella Chiesa Madre di Santa Croce Camerina, che è di scuola caravaggesca, sarebbe una copia fedele dell’opera presente a Roma, e che, il dottor Maurizio Marini uno dei maggiori studiosi del Caravaggio, ha attribuito al tedesco Martin Faber, un bravo pittore nordico di Emden, città della Bassa Sassonia in Germania, opera documentata a Santa Croce a partire dal 1682, in occasione della visita del vescovo di Siracusa, donata alla chiesa e portata da fuori proprio dai Celestre. Così l’attribuzione che sia proveniente dalla bottega di Pietro Novelli, vacilla.
Questa storia che abbiamo voluto riportare, fa un po’ riflettere e sorridere, perché mentre a Ragusa c’è la disputa sulla vera paternità dell’opera esposta in mostra nella chiesa della Badia, “San Giovanni Battista giacente”, a due passi, e precisamente a Santa Croce Camerina, esiste da sempre, una copia certa di un’opera importante di scuola caravaggesca, ben esposta e ben visibile al pubblico, tra l’altro in modo gratuito.
L’opera custodita a Santa Croce Camerina, tra il marzo e maggio del 2001, è stata trasferita ed esposta in una importante mostra a Palazzo Ziino a Palermo, dal titolo: “Sulle orme del Caravaggio tra Roma e Sicilia”, curata da Vincenzo Abbate, Gioacchino Barbera, Claudio Strinati e Rossella Vodret. La mostra era stata inserita nell'ambito delle esposizioni che in questi ultimi anni si sono svolte in Sicilia, dedicate all'analisi del problema del soggiorno di Caravaggio nell'isola e del profondo influsso che il suo breve soggiorno ha lasciato sui pittori siciliani. Della mostra è stato pubblicato un bel catalogo a colori di 188 pagine, e recentemente, in un bel calendario, quello del 2021 pubblicato dalla Regione Sicilia e la Soprintendenza BB.CC.AA. di Ragusa, dal titolo: L’ARTE SACRA IN PROVINCIA DI RAGUSA – dodici opere d’arte in dodici Comuni, l’opera è presente nel mese di ottobre.
Per Saperne di più:
Et exsultàbunt ossa humiliàta. La vera storia della Madonna dei Pellegrini
https://musageteartpress.wordpress.com/2018/09/29/et-exsultabunt-ossa-humiliata-la-vera-storia-della-madonna-dei-pellegrini/
Significati nascosti nella Madonna dei Pellegrini - Caravaggio - I SIMBOLI NELL'ARTE
https://youtu.be/Db4RoAnOmQs