Lettere in redazione Ragusa

Report, l'inchiesta (giornalistica) sui cardiologi prosciolti. Ci scrivono legali del dott. Nicosia

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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Ragusa - Il 29 dicembre, Rai Tre mandava in onda un’inchiesta giornalistica, realizzata dalla redazione del programma “Report”, riesumando recente ed ormai conclusa indagine a carico del dottor Antonio Nicosia (ed altri colleghi dello stesso), cui era conseguita, l’estate scorsa, l’applicazione di misura cautelare nei confronti di diversi indagati, inclusi quattro fra i più accreditati cardiologi della Sicilia orientale.

Si tratta -come accennato- di procedimento già definito senza ulteriori strascichi.

All’iniziale, comprensibile, clamore giornalistico, determinato dalla contestazione di gravissimi reati a noti sanitari, era seguita -nel volgere di poche settimane- la contrapposta (ed ugualmente clamorosa) notizia dell’iniziativa dell’Ufficio del Pubblico Ministero, diretta alla celere archiviazione del procedimento penale, essendo già stati -nel frattempo- rimessi in libertà gli arrestati.

Tutti gli avvocati, con assoluto riserbo, che aveva connotato ab origine l’attività difensiva, non reputavano commentare gli eventi giudiziari, limitandosi ad asettica comunicazione circa il velocissimo iter che aveva definito la dolorosa vicenda.

Sfuggono, pertanto, le ragioni che hanno indotto la redazione di “Report” a rispolverare fatti, già valutati dall’Autorità Giudiziaria, mantenendo -in contrapposizione alle conclusioni cui è pervenuta la Magistratura inquirente e giudicante- l’iniziale e fuorviante interpretazione, adombrando il sospetto di connivenze e, finanche, prospettando l’immoralità di talune scelte interventistiche, se non anche rappresentando in chiave caricaturale consessi scientifici d’altissimo profilo, quasi costituissero il pretesto per libagioni, contornate da... ostriche e champagne!

Né può dirsi che i redattori del servizio in questione non sapessero degli esiti dell’indagine: è lo stesso conduttore del programma “Report” ad informare sbrigativamente i telespettatori che il Tribunale di Catania aveva archiviato il caso, ma che tuttavia il comportamento adottato dai Medici era per più versi censurabile, senza però, esplicitare le ragioni per le quali, gli stessi soggetti istituzionali che avevano dato luogo agli arresti, avevano prontamente ritenuto di revocare rapidamente le misure cautelari e celermente archiviare il procedimento.

Né i redattori del programma televisivo hanno manifestato le ragioni che avevano indotto il Pubblico Ministero, peraltro radicalmente omesse, a chiedere prima la scarcerazione degli indagati, e subito dopo l’archiviazione del caso.

Parimenti omessa risulta la rappresentazione di circostanze storicamente, oggettivamente certe apprese nel corso delle indagini, in evidente antitesi con le illazioni caratterizzanti il servizio di “Report”.

Riservandoci ogni azione a tutela dell’onorabilità del Dottore Nicosia e ogni opportuna iniziativa, volta a segnalare l’inaudita posizione assunta da Operatori del Servizio Pubblico Televisivo, non può non segnalarsi la grave omissione di informazione circa i dati storici acquisiti dagli stessi Organi di Indagine che avevano dato luogo all’inchiesta, che hanno indotto questi ultimi ad escludere ogni reato in astratto ascrivibile agli indagati.

Proprio in virtù dell’intensa attività di indagine della Guardia Finanza di Catania, coordinata dalla Procura Distrettuale Etnea, sono stati acquisiti granitici elementi dimostrativi non soltanto relativamente alla giuridica insussistenza dei reati, ma anche e soprattutto circa la meritoria ed effettiva attività di ricerca scientifica svolta da tutti i Medici coinvolti.

Sul punto, è appena il caso d’osservare come già quattro società scientifiche di rilievo internazionale abbiano decisamente smentito le posizioni assunte nel corso del servizio televisivo in argomento, specificando che l’impianto TAVI è unanimemente riconosciuto come la più grande innovazione della cardiologia interventistica dopo gli stent coronarici.

Tornando alla posizione del nostro assistito, ci limitiamo ad osservare:

1 Il dottore Nicosia, seppur più volte evocato nel corso della trasmissione con riferimento all’uso degli impianti c.d. TAVI, dirige una struttura che non applica tali presidi, riservati solo ad Aziende ospedaliere di grandi città, pur riconoscendone l’indiscussa efficacia in linea con i più accreditati orientamenti scientifici.

2 Dalla richiesta di archiviazione del Pubblico Ministero (pagina 4) emerge la decisività della annotazione finale redatta dal Nucleo PEF della Guardia Finanza, datata 14 ottobre 2024, a sostegno della conclusione cui è pervenuta la Pubblica Accusa “di apportare le necessarie correzioni alla originaria attività di sussunzione dei fatti entro fattispecie penalmente rilevanti”.

3 Gli stessi organi di indagine che avevano determinato gli arresti, hanno -infine- constatato la mancanza di elementi idonei a sostenere l’accusa, inducendo il Pubblico Ministero a chiedere l’archiviazione allo stesso Giudice, che quell’arresto aveva disposto e che -sol pochi mesi dopo- avrebbe ordinato l’archiviazione.

4 Alla pagina 9 della richiesta di archiviazione, il Pubblico Ministero segnala “la reale portata scientifica del progetto SCA” (con buona pace della rappresentazione macchiettistica che “Report” ha dato proprio in relazione ai convegni riferibili a tale progetto).

5 La rappresentazione giornalistica secondo cui i consumi dei presidi sanitari sarebbe correlata alla sponsorizzazione di eventi scientifici è una illazione falsa (perché confutata dall’analisi, operata dagli organi inquirenti, dei consumi di farmacia costanti negli ultimi anni e indipendenti dall’attività congressuale scientifica), non in linea con i dettami informativi del servizio pubblico (perché entra nel merito delle scelte puramente tecniche dei medici coinvolti in procedure salva-vita) e socialmente pericolosa (perché aggrava la sfiducia popolare verso la Sanità pubblica).

Speriamo ciò basti ad ottenere il pieno proscioglimento anche dal punto di vista “mediatico” e indirizziamo la presente, oltre che alla testata che ha diffuso il servizio, al fine di valutare le opportune iniziative di rettifica ai sensi e per gli effetti della legge n.47 del 1948, anche a Ragusanews, unica testata locale che ha ritenuto di rilanciare acriticamente il servizio di “Report”, richiedendo l’immediata pubblicazione della presente nota, sopratutto per render giustizia all’operato della Guardia di Finanza, del Procuratore Distrettuale, del Giudice per le indagini preliminari che hanno avuto lo scrupolo di esaminare razionalmente ed imparzialmente tutti gli inoppugnabili dati che hanno consentito di riportare certezza in una vicenda priva di ogni profilo di illegittimità e financo di inopportunità.

Ragusa 4 gennaio 2024
Avv. Maurizio Catalano
Avv. Guglielmo Barone 


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