di Redazione
La situazione igienico sanitaria a Scicli è precipitata. Da circa tre giorni i quattro dipendenti della Icom, la ditta che gestisce la discarica di San Biagio, sono in stato di agitazione, e indicono assemblee sindacali a ripetizione. La protesta consiste nel fatto che dalle dieci alle dodici e trenta del mattino i lavoratori si riuniscono in assemblea, e in quel lasso di tempo i camion compattatori non possono conferire. Inoltre è in atto da giorni una sorta di sciopero bianco, ragion per cui viene consentito l’ingresso in discarica a un solo camion compattatore ogni mezzora.
Se solo si tiene conto che a San Biagio conferiscono ben quattro Comuni, Modica, Scicli, Pozzallo e Ispica, è ben facile comprendere come entro le quattordici, ora in cui la discarica chiude, sia difficile conferire per tutti gli automezzi in servizio. Accade così che i camion siano costretti a fare marcia indietro ancora carichi di rifiuti. A Scicli la situazione è diventata particolarmente grave. Sia nel centro storico che nelle borgate sono molti i cassonetti traboccanti di rifiuti, in attesa di essere svuotati, mentre la gente continua a conferire accanto ai contenitori i propri sacchetti di immondizia.
I lavoratori della Icom protestano per la solita ragione. Non percepiscono lo stipendio da due mesi e non hanno alcuna prospettiva di percepirlo. Stessa cosa per la tredicesima.
Tutto parte della pesante situazione debitoria maturata dal comune di Modica nei confronti dell’Agesp di Castellammare del Golfo, ai tempi in cui la ditta gestiva il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti nella città della Contea. L’Agesp ha adito le vie legali per vedersi riconosciuti i debiti contratti non solo da Modica, ma anche da Pozzallo, che ammontano a complessivi 450mila euro. Il presidente del tribunale di Ragusa ha riconosciuto la legittimità della richiesta dell’Agesp e, dopo aver disposto il pignoramento delle somme che i comuni di Ragusa, Acate, Monterosso, Chiaramonte, Comiso, Giarratana, Santa Croce e Vittoria devono all’Ato quale loro compartecipazione, ha adesso altresì bloccato tutti i conti correnti dell’ente presieduto da Giovanni Vindigni.
Il giudice ha intimato al direttore della Agenzia 2 della Banca agricola popolare di Ragusa di non disporre delle somme eventualmente versate dai comuni interessati, perchè pignorate. L’Ato non può di conseguenza utilizzare le somme versate dai comuni come loro compartecipazione alla società.
A questo si aggiunge il credito di tredici milioni di euro vantato dal Comune e rimasto invariato, nonostante le rassicurazioni dei tre comuni conferitori di voler adempiere agli obblighi economici contratti.
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