Attualità
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28/03/2008 15:25

L’intervista di Rudy Calvo su Europa ad Anna Finocchiaro

di Redazione

Non si fa spaventare Anna Finocchiaro, candidata alla presidenza della regione Sicilia, dai sondaggi che la vedono in netto svantaggio rispetto al suo avversario Raffaele Lombardo, fondatore del Mpa ed erede politico diretto di Totò Cuffaro. Per l’istituto Demopolis, il candidato del centrodestra avrebbe il 57 per cento dei consensi, contro il suo 38. Ma lei, Anna, tira dritto: «Ci vuole ben altro per impressionarmi».

Spiega così a Europa la propria soddisfazione al termine di questi tre giorni trascorsi a girare l’isola insieme a Walter Veltroni: «Abbiamo visto belle piazze e grande entusiasmo. È da vent’anni che faccio campagne elettorali in Sicilia e non ho mai visto tanto calore». Il segnale più importante viene dai più giovani, che hanno affollato le piazze e le sale toccate dal tour dei due candidati dem. «Questo – spiega – vuol dire che parliamo il linguaggio del futuro e che siamo ritenuti affidabili dalle generazioni che vogliono crescere in questa terra».

Non a caso, Finocchiaro si presenta come una “mamma” ai tanti siciliani che vengono ad ascoltarla. Parla loro di sprechi, inefficienze, clientelismi. Di una sanità, dove «il ricorso fuori controllo al privato sottrae risorse al pubblico in difficoltà, grazie a un numero esorbitante di convenzioni. Non sono contraria alla sanità privata – precisa – ma è necessario un rapporto di sussidarietà. E bisogna evitare che si mantengano volutamente le strutture pubbliche in condizioni difficili solo per poter giustificare l’intervento dei privati».

Denuncia a voce alta anche il giogo della mafia. «La sto facendo senza ombrello questa campagna elettorale», ha detto ieri sotto la pioggia di Siracusa, per far capire che non bisogna aver paura di parlare a chiare lettere dei mali dell’isola. «Non è un destino ineluttabile essere governati da questa classe politica. Cambiare è possibile e cogliamo ogni giorno numerosi segnali in questa direzione, a partire dalla reazione di Confindustria e delle associazioni antiracket».

Il centrosinistra ha provato in questi anni a rompere il monopolio della Cdl, che qui è rimasta compatta, presentando candidati forti come Leoluca Orlando e Rita Borsellino. Ma questo non è bastato, anche perché dai partiti della coalizione non è venuta una spinta sufficiente a sostenere le prime linee. Toccherà lo stesso destino anche alla Finocchiaro? «Io non credo all’onnipotenza della politica – risponde lei – per un cambiamento veramente radicale, come quello che serve alla Sicilia, serve l’impegno di quelle classi dirigenti diffuse che si muovono all’interno della società. I dirigenti politici sono importanti, ma non bastano».

Se diventerà presidente della Sicilia, la sua priorità sarà di mettere ordine nella macchina burocratica della regione, combattendo inefficienze e sprechi. «Nei primi novanta giorni di governo – spiega – istituirò due commissioni indipendenti: la prima per elaborare un piano strategico per creare una burocrazia che sia strumento di promozione delle attività e dello sviluppo dell’isola, anziché un inciampo e fonte di spese ingiustificate; la seconda servirà invece a monitorare la spesa pubblica, verificando il rendimento di ogni euro che esce dalle casse della regione ed elaborando una relazione semestrale che permetta alla politica di capire se ha commesso degli errori, perché non è certo onnipotente, e quindi rimediare tempestivamente».

Ma la lotta più dura sarà un’altra, rivolta a combattere gli esorbitanti costi della politica. «Sarà nostro dovere disboscare gli enti inutili che esistono in questa regione: abbiamo 27 Ato, anziché uno per provincia; abbiamo un Ente porto di Messina con un solo impiegato e ben 14 consiglieri d’amministrazione, che assorbono insieme alle numerose consulenze gran parte del bilancio. E sono solo alcuni esempi». Strutture inutili per i cittadini siciliani, ma che servono ad alimentare il clientelismo e far crescere a dismisura le relazioni dei politici di turno. «Servono – spiega efficacemente – a piazzare le seconde e le terze file della politica».

Non si arrende, Anna. La sua battaglia continuerà fino al 13 aprile. Se non riuscirà a vincere, avrà almeno contribuito a quel cambiamento che in Sicilia è appena agli inizi. Un impegno che, comunque, contribuirà a mantenere anche da Roma, dove «la sua voce si fa sentire molto forte – ha detto più volte Veltroni – anche senza allearsi con la Lega».

                                                 Rudy Francesco Calvo

                                                   inviato a Messina