Dopo l’attentato all’agenzia Barone
di Valentina Raffa
Modica – Incendiata nella notte a cavallo tra domenica e lunedì la sede dell’agenzia di onoranze funebri “Barone” di via Resistenza Partigiana, al quartiere Sorda. E incombe l’ombra del racket nel settore delle pompe funebri in città. Sulla matrice dolosa dell’incendio non ci sono assolutamente dubbi da parte degli inquirenti.
Era l’1.30 circa del mattino quando sono stati allertati i carabinieri della Compagnia di Modica che si sono precipitati sul posto. Intensa l’attività dei vigili del fuoco del distaccamento di Modica che hanno sedato le fiamme in oltre un’ora e mezza di lavoro.
Parecchi i danni subiti dall’esercizio commerciale, che sono stati quantificati in circa 20mila euro, non coperti da assicurazione. Ad essere andata completamente distrutta è una delle vetrate dell’agenzia, che sarebbe stata danneggiata dall’esterno per potere accedere ai locali, e anche gli infissi sono stati forzati, probabilmente nel tentativo iniziale di entrare nell’agenzia presa di mira.
L’interno è stato incendiato con l’utilizzo di liquido infiammabile, di cui i pompieri hanno rinvenuto delle tracce. Pareti e soffitti anneriti, impianto elettrico inutilizzabile, e, nell’incendio, sono andate completamente distrutte 4 bare che si trovavano nell’esercizio commerciale per esposizione. Nei locali non c’è una videocamera di sorveglianza né interna né esterna, le cui immagini avrebbero potuto immortalare gli autori dell’incendio e avrebbero aiutato gli inquirenti. Potrebbero, però, dare manforte eventuali videocamere di locali del circondario.
Ad indagare su quanto accaduto sono i militari dell’Arma, che, nel settore che ruota attorno alle onoranze funebri, hanno già condotto una complessa e ramificata inchiesta culminata lo scorso mese di giugno nell’operazione “Caro estinto” con 2 arresti, 3 misure cautelari e 18 persone indagate.
I carabinieri svolgevano indagini dall’ottobre del 2011, dopo una denuncia da parte di operatori del settore sulla presunta concorrenza sleale messa in atto da 4 agenzie di pompe funebri. È saltato fuori che alcune di esse si accaparravano il servizio funebre grazie alla presenza in ospedale di ‘referenti’ pronti a comunicare il prossimo o avvenuto decesso di un paziente, dotati addirittura di un cellulare di ‘servizio’ messo a disposizione all’uopo.
Il grave episodio della scorsa notte potrebbe, quindi, ricondursi a una possibile azione di eliminazione di una scomoda concorrenza. Non si esclude, però, nessuna pista. Potrebbe essersi trattato della volontà di intimidire il titolare delle pompe funebri prese di mira, o, ancora, una sorta di affermazione da parte di altri della propria ‘autorità’ in alcuni territori, o la mancata corresponsione da parte dell’agenzia di una sorta di ‘pizzo’. Al momento sono tutte ipotesi. Il titolare dell’agenzia non avrebbe subito alcuna intimidazione.
Meno di un mese fa anche un altro impresario di pompe funebri era stato danneggiato. La sua Fiat Panda, nuovo modello, era stata data alle fiamme nei pressi dell’ospedale Maggiore, dove si trovava parcheggiata per la notte.
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