Cronaca
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29/10/2007 11:02

L’omicidio di Giuseppe Drago al culmine di una lite?

di Redazione

Hanno bussato alla porta di casa, in via dei sette Fratelli Cervi, nel popoloso quartiere di Jungi, e quando è uscito dall’uscio gli hanno esploso a distanza ravvicinata alcuni colpi d’arma da fuoco, con un fucile a canne mozze calibro dodici, puntando alle gambe.

Giuseppe Drago, trentadue anni lo scorso sei luglio, pregiudicato, con precedenti anche per droga, ha reagito alla ferita che lo ha attinto alla gamba sinistra inveendo contro i suoi aggressori. Uno dei due ha tirato fuori una pistola 7,65 e lo ha freddato con due colpi che non gli hanno lasciato scampo, uno all’addome l’altro al cuore.

La rosata dei proiettili del fucile nel frattempo aveva colpito alle spalle anche una vicina di casa con in braccio la figlia di appena dieci mesi, ferita alla caviglia. Per entrambe si tratta di lesioni lievi.

Sono i momenti convulsi in cui domenica sera, intorno alle 20,30, Giuseppe Drago, sorvegliato speciale, operatore ecologico della ditta che ha in appalto il servizio di igiene ambientale in città, è diventato vittima di un’esecuzione che forse voleva essere solo un avvertimento.

Le piste seguite sono quelle del regolamento di conti.

Pochi minuti prima dell’omicidio, in viale primo Maggio, a circa un chilometro di distanza, era stato incendiato uno stand di frutta e verdura. Ultimo episodio di una lunga serie: a Scicli negli ultimi quindici giorni sono state incendiate sette autovetture.

Giuseppe Drago, figlio di un pescivendolo molto conosciuto a Scicli, era soprannominato “il tedesco” perchè era stato per un lungo periodo in Germania da dove era rientrato circa quattro anni fa. Ogni sera doveva fare rientro a casa alle ventuno per via della sua condizione di sorvegliato speciale.

Era stato arrestato nel 2003 per una rapina avvenuta l’anno prima al mercato ortofrutticolo di Donnalucata, e nel 2005 nell’operazione Night Fire per spaccio di droga.

Per tutta la notte indagini a tappeto dei carabinieri di Modica, guidati dal capitano Marco Latini, e coordinate dal pm Maria Mocciaro. Moltissimi interrogatori e alcuni fermi nella notte e per tutta la giornata . Gli inquirenti hanno più di un indizio che potrebbe portare all’identità degli autori dell’omicidio.

A suonare alla porta della vittima erano stati in due, a viso scoperto: i sicari hanno esploso a distanza ravvicinata alcuni colpi d’arma da fuoco, con un fucile a canne mozze, puntando alle gambe di Drago. E’ stata la rosa di pallini a ferire di striscio la bambina e la vicina di casa, che in quel momento si trovavano in strada per recarsi da una parente. Giuseppe Drago avrebbe reagito e a questo punto i killer hanno esploso i colpi di pistola rivelatisi mortali. Si fa largo dunque la pista di un avvertimento o di un regolamento di conti andato al di là delle intenzioni degli esecutori.

Giuseppe Drago è stato soccorso dai familiari e trasportato, in ambulanza, all’ospedale Busacca di Scicli: è morto prima che arrivasse al pronto soccorso.

L’autopsia sarà eseguita nella giornata di domani. Gli inquirenti non escludono che l’omicidio di Drago possa essere maturato al termine di una lite che si sarebbe consumata poco prima. Le testimonianze dei familiari e dei primi soccorritori potrebbero essere decisive per identificare i sicari.

Il crescendo di tensione in città era palpabile da quando l’inanellarsi di attentati incendiari aveva disegnato un quadro sempre più cupo di una probabile guerra tra bande locali.