di Telenova

Giarratana – L’attrice ha voluto incontrare i suoi concittadini di Giarratana, al centro sociale terza Primavera, per parlare di un progetto che vede coinvolte le regioni dell’America latina, dove si vive in condizioni di estrema povertà.
E’ stato un gradito ritorno nella sua città natale per Loredana Cannata, 34 anni, protagonista della fiction televisiva di Rai uno, “Un caso di coscienza 4”.
Loredana Cannata, forte di un carattere energico, fin da bambina comincia ad approfondire il rapporto con la recitazione.
Nel 1994 frequenta a Roma l’Accademia d’Arte Drammatica Pietro Sharoff. Durante gli anni di formazione come attrice trova fra i vari insegnanti Giulio Scarpati e Giovanna Mori e partecipa al suo primo spettacolo teatrale recitando in dialetto siciliano in un allestimento della commedia “Liolà” di Luigi Pirandello. Nel 1998 ritrova l’ambientazione della natia Sicilia anche in cinema, partecipando a un melodramma girato fra Palermo e Pantelleria. “Il rapporto con questa meravigliosa terra è davvero speciale; – spiega l’attrice giarratanese – molti dei miei lavori teatrali e cinematografici sono ispirati alla storia della Sicilia. Ritornare a Giarratana, tra la gente e gli amici della compagnia teatrale a Giara, ha un sapore particolare. Con loro, da bambina, ho iniziato a calcare il palcosconico seppur in maniera assolutamente amatoriale”.
Tra i lavori in itinere, Loredana Cannata, ci parla di un progetto che vede, ancora una volta, protagonista la provincia di Ragusa. “Faremo un lavoro teatrale su Maria Occhipinti, autrice del libro Una donna di Ragusa, protagonista della sommossa del non si parte del 1945; – spiega la Cannata – sarà un omaggio doveroso alle donne di Sicilia che hanno vissuto un momento difficile della loro vita”.
Chi era Maria Occhipinti
Maria Occhipinti (Ragusa, 29 luglio 1921 – Roma, 20 agosto 1996) è stata un’anarchica e scrittrice italiana. Femminista, fu leader del movimento antimilitarista Non si parte! di Ragusa.
Divenne famosa per un fatto avvenuto nella sua Ragusa il 4 gennaio del 1945, alla fine della seconda guerra mondiale.
Allo scopo di far fuggire un gruppo di concittadini rastrellati dalla milizia, non esitò a stendersi sulla strada per bloccare il mezzo su cui venivano trasportati, pur essendo al quinto mese di gravidanza ed una giovane di appena ventitré anni.
Il suo gesto diede inizio ad una insurrezione popolare domata soltanto il successivo 8 gennaio.
Maria venne arrestata, assieme ad un congruo numero di suoi concittadini, e processata come istigatrice della sommossa. Fu l’unica donna ad essere condannata e diede alla luce in carcere.
Scontata la condanna iniziò a viaggiare e si stabilì prima a Napoli passando poi a Ravenna, Sanremo, Roma e Milano. Si trasferì poi in Svizzera, dove da autodidatta scrisse la sua autobiografia, Una donna di Ragusa con la quale vinse il Premio Brancati nel 1976, prima di iniziare una peregrinazione per diversi stati esteri che la videro soggiornare in Marocco, Francia, Canada e Stati Uniti, prima di far ritorno in Italia nel 1973 stabilendosi a Roma.
Qui ricominciò a scrivere occupandosi di questioni sociologiche, mettendo in luce lo sfruttamento dei lavoratori domestici da parte dei loro datori di lavoro borghesi, e si avvicinò agli ambienti anarchici romani.
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