Sfidò De Nicola nell'ascesa alla Presidenza della Repubblica
di Giuseppe Savà

Sciclitana d’origine, Ottavia Penna Buscemi (1907-1986) è stata la prima donna parlamentare di Caltagirone ed ha fatto parte, nel 1946, dell’Assemblea Costituente, in cui le donne erano 21 contro 556 uomini.
Intransigente e fermamente convinta che la politica per il territorio e per la nazione non poteva prescindere dalla “buona amministrazione”, la baronessina Ottavia contrastò i poteri forti e le gerarchie lontane dalle reali esigenze della gente e delle classi sociali più deboli. Convinta che le donne avessero gli stessi diritti degli uomini, sin dall’inizio della sua attività politica invitava le medesime a difendersi e lottare per il riconoscimento dei propri diritti, anticipando in tal modo le battaglie che poi saranno portate avanti dai movimenti per le donne.
Negli archivi della Camera dei Deputati troviamo una scarna scheda riguardante Ottavia Penna Buscemi.
Di lei sappiamo che è nata a Caltagirone. Guardando la sua fotografia, vediamo una bella e altera donna. Per il resto, la conosciamo grazie alla sua elezione nel XXIX Collegio Elettorale di Catania. Eletta all’Assemblea Costituente il 10 giugno 1946 nella lista del Fronte dell’Uomo Qualunque, rimane nel gruppo parlamentare, unica donna, dal 6 luglio 1946 al 15 novembre 1947.
Ottavia Penna Buscemi viene candidata dal suo partito alla poltrona di Presidente della Repubblica in competizione con Enrico De Nicola. Nel candidarla, Giannini segretario dell’Uomo Qualunque la definisce «una donna colta, intelligente, una sposa, una madre». La baronessina ottiene però solo 32 voti, contro i 396 di De Nicola.
Dal 19 al 24 luglio 1946 partecipa, come componente, alla Commissione per la Costituzione. Il 15 novembre 1947 lascia il Partito dell’Uomo Qualunque per entrare nell’Unione Nazionale e rimanerci fino alla conclusione dei lavori dell’Assemblea Costituente.
Sembra una donna schiva, più spettatrice che protagonista dell’agone politico ma, colpo di scena, prima dello scioglimento dell’Assemblea, la nostra subisce una querela per diffamazione a mezzo stampa da parte della giornalista Ester Lombardo, e rischia un procedimento penale per aver offeso la reputazione della stessa.
Non conosciamo i fatti, forse tutrice di una certa tradizione moralistica Ottavia doveva esserlo, ma la richiesta di autorizzazione a procedere non ha sèguito per mancanza di dati oggettivi.
A questo punto della donna politica perdiamo le tracce.
Nel manuale Gli Ex Parlamentari della Repubblica, del 1986, si legge che questa esperienza parlamentare fu «per un capriccio del destino una breve parentesi politica per ritornare con amore alla vita felicemente scelta», di moglie e dei madre.
Alcune delle donne costituenti divennero grandi personaggi, come Nilde Iotti; altre rimasero a lungo nelle aule parlamentari, come Elisabetta Conci e Vittoria Titomanlio; altre infine tornarono, prima o dopo, alle proprie occupazioni, come Laura Bianchini e Ottavia Penna Buscemi.
Scrissero la Carta Costituzionale i cui principi vengono scossi alla radice dai fatti di questi giorni.
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