Attualità
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17/06/2010 01:12

L’Unione Europea, dopo le vongole, anche la Nutella è fuorilegge

Il cioccolato ai tempi dei divieti

di Redazione

L’Europa dichiara guerra ai cibi buoni ma con tante calorie e la Nutella rischia di diventare fuorilegge dopo il primo sì del Parlamento Ue all’introduzione, per ogni alimento, del miglior profilo nutrizionale.

 L’allarme viene dal vicepresidente del Gruppo Ferrero, Francesco Paolo Fulci, che avverte: il voto di ieri, se confermato, potrebbe «mettere fuori legge la Nutella e la stragrande maggioranza dei prodotti dolciari».
«La nostra grande preoccupazione per la Nutella, come per la gran parte dei prodotti dolciari – ha spiegato Fulci – è che oggi ci dicono di non fare messaggi promozionali, ma domani – e ci sono già alcune organizzazioni di consumatori che spingono in questo senso – ci faranno scrivere come sulle sigarette: “Attenti è pericolosa, favorisce l’obesità”, o magari ci metteranno delle tasse fortissime come hanno previsto di fare in Romania con i fast food. Questo modo di procedere mette veramente in ginocchio l’intera industria dolciaria, piccola, media e grande».
Una storia lunga 46 anni quella della Nutella la cui “sopravvivenza”, insieme a quella di tutti i dolci più calorici, ieri ha spaccato esattamente in due l’assemblea del Parlamento europeo, 309 contro 309. «La votazione del Parlamento europeo è stata sull’obbligo di dichiarare nell’etichetta i parametri nutrizionali, le quantità di grassi saturi o insaturi, proteine, calorie di un cibo e di specificarne il fabbisogno giornaliero umano – spiega l’eurodeputato catanese Giovanni La Via – con l’intento di dare più informazioni al consumatore, di fornirgli dati aggiuntivi su alcuni elementi perché possa scegliere con più consapevolezza».
La Commissione europea sta definendo un profilo nutrizionale generale per la grande maggioranza degli alimenti secondo cui si ipotizza che «per ogni 100 grammi di prodotto, non ci possono essere più di 10 grammi di zucchero, quattro grammi di grassi saturi e due milligrammi di sale».
«Ma non esistono dolci – dice Fulci – con meno di 10 grammi di zucchero ogni 100 grammi di prodotto». A questo profilo generale Bruxelles ha fatto una serie di eccezioni per frutta, pesce, miele, chewingum, biscotti e pastiglie per la tosse, dove è accettata una presenza maggiore di zucchero, sali o grassi.
La posta in gioco è elevata in quanto se queste soglie dovessero essere introdotte non sarebbe più possibile – in base alla proposta – pubblicizzare con dichiarazioni sulla salute o sulle sostanza nutritive, numerosi prodotti. Proprio sul tema della pubblicizzazione, La Via aggiunge: «L’Europa punta a regolamentare l’informazione sulle etichette alimentari al consumatore, e in particolare i messaggi promozionali intervenendo su quelli che affermano notizie non esatte o solo parzialmente esatte. Per esempio, alcune bevande che vengono presentate come “senza zucchero” e che invece ne posseggono. Ci saranno meno possibilità per alcuni prodotti di dire che fanno bene alla salute. E’ un modo di tutelare il consumatore».
Scelte che possono mettere in grande difficoltà l’industria italiani di prodotti dolciari? «Questo è solo il primo passaggio in Parlamento, ci sono i margini per trovare un risultato migliore, anche se una votazione che spacca l’assemblea fa capire che c’è la volontà di avere etichette più trasparenti».
Il testo la prossima settimana passerà all’esame del Consiglio dei ministri dell’Ue e dovrà poi tornare al Parlamento europeo per una seconda lettura e un nuovo voto. «La prossima volta – conclude Fulci – saremo ben certi che nessuno di quelli che la pensano come noi manchi alla votazione». Perché, conferma La Via, ieri all’appello mancavano un centinaio di deputati tra i quali tanti italiani.
Nell’intricata carrellata di decisioni comunitarie non mancano però le buone notizie. «Nella stessa seduta – riprende La Via – abbiamo bocciato l’obbligatorietà di inserire in etichetta i valori nutrizionali del vino che abbiamo considerato come un altro tipo di prodotto da tutelare. E, soprattutto, abbiamo approvato l’emendamento da me proposto sull’obbligatorietà dell’origine dei prodotti – prosegue La Via – Sarà necessario scrivere in etichetta l’origine delle materie prime, da dove vengono i pomodori della salsa o i pistacchi della torta. Gli italiani hanno votato in modo trasversale, anche contro il volere del nostro gruppo, il Ppe, puntando alla valorizzazione del nostro territorio e della qualità dei nostri prodotti».
 

 

Nella foto, Nanni Moretti nel film “Bianca”, assatanato di Nutella