Attualità
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25/05/2010 11:12

L’uomo del sax prova a cambiare musica

La scommessa di Pippo Barone: Partecipazione democratica e agricoltura

di Gazzettadelsud

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Ispica – «Io credo nella gente»: è questo lo slogan elettorale che Pippo Barone, candidato a sindaco nelle elezioni amministrative di domenica prossima, ha utilizzato come incipit dell’ampio programma elettorale proposto ai cittadini. Un documento redatto «dopo aver analizzato la comunità territoriale ispicese, individuando gli strumenti normativi e finanziari in grado di superare le debolezze».
L’idea di Barone è in sostanza quella della centralità del cittadino. Convinto che l’identità ed il senso di appartenenza possano essere raggiunti ponendo sopra tutto non l’amministrazione comunale, ma la comunità territoriale. Quest’ultima, intesa come integrazione dello spazio materiale dove l’uomo quotidianamente si muove e da quello immateriale, dove l’uomo colloca le sue aspirazioni ed aspettative. Solo questa integrazione, a suo avviso, può garantire uno sviluppo integrale dell’uomo basato soprattutto sul concetto di qualità della vita.
Il programma è stato  elaborato seguendo il cittadino nei luoghi dove vive: la famiglia, la scuola, le associazioni, il lavoro, il territorio, l’ambiente.
Questi luoghi sono stati raggruppati in cinque aree di intervento: economia e lavoro; ambiente, territorio ed urbanistica; società e servizi alle persone; cultura e tradizioni; amministrazione, bilancio e programmazione.
L’obiettivo è quello di migliorare, attraverso un’azione condivisa, gli ambiti dove il cittadino si realizza «al fine accrescere la qualità della vita e contribuire a realizzare il suo benessere».
Nel progetto di Barone appare interessante un passaggio sull’agricoltura ispicese, specializzata e non di sussistenza, perché presenta due problemi. Il primo è legato al fatto che le produzioni di prodotto fresco hanno perso competitività. Il secondo attiene alla questione che, nel settore, sono assenti le industrie manifatturiere. Per dare competitività al comparto occorre, pertanto, che tutte le amministrazioni, da quella centrale a quella locale, facciano la propria parte sgravando le imprese di costi impropri (basti pensare all’aumento dell’Irap di più del 50 per cento, dall’1,9 al 2, a causa del deficit sanitario della Regione).
Nelle campagne esiste inoltre il problema della sicurezza, che va garantita con il contrasto dei furti e degli abigeati, che procurano danni all’economia delle aziende agricole.
Ma la sfida più importante è rappresentata dalla capacità di investire speditamente quelle risorse che ll’Unione europea ha destinato a queste imprese, attivando interventi di macromarketing per veicolare le produzioni locali.
Quanto poi alla carenza di industrie, è noto che il rapporto del settore industriale della trasformazione dei prodotti agricoli con il sistema economico nel suo complesso, non è proporzionato alla capacità produttiva del settore primario. Ciò è confermato dal fatto che i prodotti agricoli ed orticoli costituiscono, da soli, il 42,3 per cento dell’export della provincia. L’agricoltura ispicese è in linea col trend.