di Redazione

Palermo, 31 ott. (AdnKronos) Subito dopo le bombe mafiose del 28 luglio 1993 ci fu un black a Palazzo Chigi e l’allora presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi pensò a un “colpo di Stato”. Lo conferma il Capo dello Stato Giorgio Napolitano nella deposizione del 28 ottobre scorso al processo trattativa Statomafia. “Poteva considerarsi un classico ingrediente di Colpo di Stato anche del tipo verificatosi in altri paesi lontani dal nostro, questo tentativo di isolare diciamo il cervello operante delle forze dello Stato, blocchiamo il Governo, il Capo del Governo, l’edificio in cui vengono prese le decisioni del Governo, dopo di che possono rimanere senza guida le Forze di Polizia, le Forze dell’Ordine e questo certamente è ciò che aveva in modo particolare impressionato Ciampi e che lo aveva indotto a parlare di qualcosa che poteva essere assimilato a un tentativo o un vago progetto di Colpo di Stato”.”Penso che soprattutto ebbe modo di confrontarsi con il Presidente del Consiglio Ciampi il Presidente della Repubblica Scalfaro. Poi noi Presidenti delle Camere, io della Camera dei Deputati e Spadolini del Senato della Repubblica, sicuramente scambiammo opinioni, ma il da farsi era competenza esclusiva del Governo, come dire. Il Parlamento poteva essere il luogo di dibattito, di interpretazione dei fatti e anche di convalida di decisioni del Governo, ma diciamo il fulcro della responsabilità era senza alcun dubbio il Governo”.
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