La semplice disponibilità del cibo ci provochi il desiderio indotto dello stesso pur non avendo realmente fame
di Redazione

Non sempre mangiamo quando abbiamo realmente fame e quindi per soddisfare una necessità fisiologica. Talvolta però il bisogno di mettere qualcosa di dolce o salato sotto i denti deriva da una fame emotiva che può essere generata da motivi psicologici: noia, ansia, stress, preoccupazioni. In questo senso vanno considerati diversi fattori che possono favorire queste abitudini sbagliate: ad esempio basti pensare alle pubblicità televisive tra un programma e un altro che ci invitano continuamente a sgranocchiare qualcosa. Oppure basta entrare in un qualsiasi supermercato per trovare a nostra disposizione una quantità illimitata di cibo. Considerando il nostro orizzonte temporale può sembrare una situazione del tutto scontata, ma se invece teniamo conto della storia dell’uomo possiamo dire che per la maggior parte del tempo che la nostra specie ha vissuto sulla Terra ha dovuto sempre far fronte a carestie ed epidemie, alla perdita dei raccolti e quindi del sostentamento a causa di eventi naturali quali alluvioni, siccità, e quindi soltanto da pochi decenni l’uomo si trova in un contesto, almeno nei paesi industrializzati, in cui l’approvvigionamento e l’accaparramento delle risorse alimentari non costituisce più un problema. Il rischio che però si può correre con tutta questa abbondanza è che la semplice disponibilità del cibo ci provochi il desiderio indotto dello stesso pur non avendo realmente fame.
Mangiare quando non si ha fame: cosa succede all’organismo
Una ricerca condotta dalla Cornell University ha preso in esame quali effetti può avere sulla salute mangiare quando non si ha realmente fame. I ricercatori hanno chiesto a 45 studenti universitari di fare una autovalutazione circa il livello di fame e quindi di consumare un pasto a base di carboidrati. I ricercatori hanno quindi misurato i livelli di glucosio nel sangue. Dai risultati è emerso che il glucosio è aumentato proprio negli studenti che si erano detti meno affamati prima del pasto. Chi invece aveva mangiato con appetito presentava livelli di glucosio nel sangue più bassi. I risultati dello studio, secondo cui quindi mangiare quando non si ha fame non fa bene alla salute, sono stati pubblicati sul Journal of the Association for Consumer Research.
Mangiare quando non si ha appetito: come evitarlo
Ma quali accorgimenti possiamo seguire per evitarlo?
Utilizziamo piatti piccoli. La prima percezione che abbiamo del cibo è quella visiva. Usiamo piatti piccoli così possiamo far sembrare meno contenute le porzioni se stiamo a dieta. Un piatto grande invece farà sembrare la nostra porzione più piccola di quel che è.
I colori ci ingannano. L’uomo è un animale visivo, per cui la vista è il senso che più usa per orientarsi nella realtà. Secondo alcuni studi siamo soliti prediligere gli alimenti dai colori rossi e arancioni, in quanto sia a pure a livello inconscio li riteniamo più nutrienti e salutari di altro. Ciò vale però se stiamo scegliendo la frutta dal fruttivendolo, ma non è così al supermercato dove i colori delle confezioni di cibo ipercaloriche, quali merendine patatine e snack, sono proprio rossi o arancioni per una precisa strategia di marketing.
Quando siamo stanchi e stressati tendiamo a mangiare di più. Si tratta di una strategia di sopravvivenza dell’organismo perché il cibo aiuta a produrre dopamina, l’ormone del benessere. L’inconveniente non da poco è che rischiamo di ingrassare. La dopamina si produce però anche se facciamo attività salutari: ad esempio possiamo correre oppure ascoltare la nostra musica preferita per rilassarci.
Bere a sufficienza è importante perché anche il cibo contiene acqua, per cui se beviamo poco siamo spinti a mangiare di più.
Social tv e dispensa. Noi desideriamo ciò che vediamo. Programmi televisivi sulla cucina, ricette pubblicate su social, ci propongono continuamente stimoli visivi legati al cibo. In questo modo siamo spinti a mangiare più per piacere che per reale bisogno. Evitiamo quindi di farci solleticare la golosità ogni giorno da questi mezzi.
La tv cattiva maestra. Spesso mentre guardiamo un film abbiamo l’abitudine di sgranocchiare qualcosa. Non c’è nulla di male in questo, ma almeno evitiamo di fare una scorpacciata di cibi ipercalorici, magari una manciata di noci e mandorle va già meglio.
Quando mangiamo evitiamo distrazioni che possono provenire dallo smartphone o dalla televisione. Concentriamoci sul cibo per assaporarne al meglio tutte le caratteristiche, odore, sapore. In tal modo riusciamo a raggiungere la sazietà. Pensate infatti che la sensazione di stomaco pieno arriva al cervello soltanto dopo 20 minuti dall’inizio del pasto.
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