Attualità
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18/03/2008 23:06

Mannheimer: Il Pd va a caccia di indecisi

di Redazione

Il Partito Democratico rappresenta una delle più importanti – secondo alcuni la più rilevante – novità di queste elezioni. La decisione di Veltroni di “correre da solo” ha rivoluzionato l’intero scenario politico del nostro paese. Realizzando nei fatti buona parte degli effetti (in particolare, quello del chiarimento e della semplificazione dell’offerta dei partiti) che avrebbero dovuto essere prodotti dalla riforma elettorale. Anche per questo, il PD ha ottenuto, in questo periodo, una grande quantità di voti virtuali nei sondaggi, spesso al di là dei consensi già acquisiti in passato dalle forze politiche che hanno contribuito a costituirlo. Non solo: da gennaio fino a qualche settimana fa, le opzioni per il PD nei sondaggi si sono andate costantemente accrescendo. Segno della capacità persuasiva di Veltroni e dell’efficacia delle tecniche di comunicazione adottate. Negli ultimi giorni, secondo i dati raccolti nelle rilevazioni di tutti gli istituti di ricerca, il trend di crescita del PD pare essersi – non sappiamo se temporaneamente o definitivamente – arrestato, a fronte di un incremento dei consensi per i partiti minori, collocati sulle estreme, in particolare, per la Sinistra l’Arcobaleno.

PERCENTUALI – Oggi il Partito Democratico può contare su grossomodo il 33-34% dei voti. Nel complesso, la coalizione guidata da Veltroni – comprendente quindi anche l’Italia dei Valori di Di Pietro e i Radicali – giunge a raccogliere il 37-38% (con una distanza di circa sette punti dalla coalizione di Silvio Berlusconi). Accanto a questi voti, che si potrebbero (forse) definire “certi”, vanno aggiunti i consensi potenziali, espressi, come si sa, da chi “prende in considerazione” la scelta per Veltroni pur essendo oggi orientato verso un’altra forza politica. Si tratta di una porzione amplissima dell’elettorato: il 53% per ciò che concerne specificatamente il PD e quasi il 60% per quel che riguarda l’intera coalizione. L’elettorato del PD assume una natura assai composita ed è caratterizzato dalla presenza di molteplici componenti, talvolta anche assai distanti tra loro per caratteristiche socio-economiche o ideologiche. Il seguito del Partito Democratico è rappresentato in misura eguale da maschi e femmine. C’è viceversa un’accentuazione nelle classi di età “centrali”, in particolare in quella tra i 45 e i 65 anni.

CHI VOTA IL PD – Una delle caratteristiche principali del PD è costituita dal fatto che esso raccoglie in misura molto maggiore rispetto alla popolazione nel suo complesso, i consensi di chi possiede i titoli di studio più elevati, in particolare, dei laureati (che però rappresentano, come si sa, meno del 10% dell’elettorato italiano). Il PD ha, ancora oggi, la caratterizzazione territoriale che ha sempre connotato la sinistra in Italia, con una più forte presenza in Toscana e in Emilia e una maggiore debolezza altrove. Ancora, i consensi per il PD si trovano in misura maggiore nei centri urbani di grandi dimensioni. Com’era facile attendersi, la grande maggioranza degli elettori del partito guidato da Veltroni si definisce “di centrosinistra”. Ma ve n’è una quota consistente che si dichiara di “sinistra” tout-court, così come grossomodo il 12% afferma di sentirsi “di centro” oppure “apolitico”. La gran parte degli elettori del PD si dichiara laica, ma, ancora una volta, grossomodo il 40% dichiara di frequentare la Messa almeno due volte al mese. Grazie a questa composizione variegata, il PD si candida per raccogliere una pluralità di voti proveniente da diversi strati sociali e di pensiero. Al tempo stesso, questo suo carattere composito suscita qualche critica di indeterminatezza, allontanando così i consensi di una quota minoritaria, ma significativa, di elettorato. Occorre ricordare al riguardo che, in queste elezioni, i votanti per il centrosinistra parrebbero tendenzialmente assai meno “fedeli” di quelli di centrodestra. Infatti, a tutt’oggi “solo” il 61% di chi aveva votato l’Ulivo nel 2006 si dichiara “certo” di scegliere il PD. Tutti gli altri sono ancora indecisi. E costituiscono coloro che Veltroni sta cercando di persuadere in queste settimane.

RENATO MANNHEIMER