Attualità
|
21/05/2008 10:14

Marina di Ragusa, solo un pizzico di arsenico

di Redazione

Meteo: Ragusa 30°C Meteo per Ragusa

E’ il risultato delle analisi sulla sabbia che si sta scaricando intorno al costruendo porto di Marina di Ragusa: solo un pizzico di arsenico in più rispetto ai valori normali, ma dicono, al Comune, che va bene così perchè le nostre spiagge sono naturalmente arricchite di questo malefico metallo per la presenza di un’alga indigena. Insomma noi nel veleno ci facciamo pure le vacanze estive e quindi non disturbiamo i lavori in corso che però si interromperranno il 15 giugno. La più grande opera pubblica della città stenta a realizzarsi. Le varianti al progetto sono giunte a quota 5, e chissà i costi, ma ciononostante l’eccitazione per la Marina che verrà è altissima. Tutti attendono che un figlio di Gheddafi approdi con il suo barcone di 84 metri. Pare che il rampollo libico non veda l’ora di esibirsi nel nostro porto, e Nello Dipasquale interrogato sull’argomento crede fermamente che l’illustre dirimpettaio ci onorerà con la sua presenza. Serve a questo il porto: a far trascorrre le vacanze ai ricconi ed a farci sentire un po’ meno straccioni di quel che siamo. Ai ragusani quest’anno ci spetta: quel pizzico di mercurio che non guasta, le bancarelle al lungomare by Franco Muccio in corso di studio, la scican che da Santa Barbara conduce a Casuzze frutto di una variante alla viabilità per assecondare l’ingresso al complesso turistico Tumino l’amico costruttore che da anni ha il cuore di accogliere il primo cittadino in una piccola e graziosa dimora. Non è poco. Sperimenteremo la piena adattabilità ad un veleno, avremo il lungomare occupato da un bazar plurietnico perchè il turismo di classe passa soprattutto dall’elefante mignon in legno, sfrecceremo con lo spider nella “scican Nellusc” sfidando le abitazioni a filo di carreggiata. E i costi della concessione demaniale per il porto, quei 100 mila euro l’anno sul groppone dei ragusani? Niente paura si troverà il modo di aumentare la redditività della compagnia che gestirà l’impresa con un’altra variante, e se proprio dovessimo rimanere nelle sabbie arseniose ci penserà Gheddafi con il suo zatterone di 84 metri a risollevarci. Potremmo barattare qualche spicciolo per uscire dalle secche che si profilano facendoci scaraventare in porto qualche centinaio di profughi la settimana. Un servizio traghetto di lusso, alla faccia di Maroni. I libici si sbarazzano del peso, il porto ha un senso e funziona a vele spiegate, il sindaco maschera il disastro della grande opera, degli africani non se ne accorge nessuno perchè li piazziamo, appena sbarcati, al complesso Tumino sulla spiaggia (quelli con il pallino del commercio li cediamo, invece, a Muccio). I giornali di tutto il mondo fotograferanno il nostro sindaco tessitore della quarta sponda sul barcone a fianco del figlio del rais. Dopo le tristezze da pausa democratica sessantennale, il sogno ritorna. La Libia è per noi. Nello Dipasquale come il generale Graziani domina il leone del deserto. Il vaneggiamento su Marina continua…
                                                                                           Telenova