L'idea di girarne un remake a New York
di Redazione
Roma – «Il miglior film su Cristo per me è “Il Vangelo secondo Matteo. Quando ero giovane volevo fare una versione contemporanea della storia di Cristo ambientata nella case popolari e per le strade del centro di New York. Ma quando ho visto il film di Pasolini, ho capito che quel film era già stato fatto». Parole di Martin Scorsese. Lo riascolteremo parlare di fede e vangeli dal vivo. Per la prima volta, a Roma. Venerdì 5 dicembre alle ore 18 al Teatro Studio Borgna dell’Auditorium Parco della Musica il gesuita Antonio Spadaro e il regista Martin Scorsese, che sarà in videocollegamento, saranno protagonisti di un incontro pubblico inedito. “Il sacro immediato. Il Vangelo secondo Pasolini”, questo il titolo dell’appuntamento voluto e organizzato da Roma Capitale che chiude idealmente i due mesi di rassegna per ricordare Pier Paolo Pasolini a cinquant’anni dall’assassinio avvenuto il 2 novembre 1975. «Un evento che siamo orgogliosi di proporre», commenta Massimiliano Smeriglio, l’assessore capitolino alla Cultura.
«La conversazione, e la confidenza, tra Scorsese e Spadaro prende le mosse dal film del 1964, “Il Vangelo secondo Matteo”. Un film girato dal grande intellettuale, ateo e spiritualista, Pasolini. È un film che è stato grandemente approvato dalla Chiesa, anche per il rigore filologico con il quale fu messo in scena da Pasolini che non cambiò una parola del testo dell’evangelista», spiega Smeriglio che parla di «confronto unico».
Come nasce? Il 3 marzo 2016, a New York, la conversazione tra i due comincia parlando di “Silence”, il film che il regista ha dedicato alle persecuzioni dei gesuiti in Giappone. Poi continua con i temi cari al premio Oscar, come quelli dei nativi americani affrontati in “Killers of the Flower Moon”, il mondo italoamericano ma anche la fede, la grazia. «Un dialogo che ha portato allo storico incontro tra Papa Francesco e Scorsese e a una sceneggiatura per un film dedicato alla vita di Gesù. Tutto questo si intreccia con la riflessione di Pasolini che mantenendo l’adesione al testo evangelico ha illuminato il rapporto tra spiritualità e conformismo», dichiara l’assessore ricordando lo sradicamento antropologico nella società dei consumi, un tema ricorrente nella produzione dello scrittore romano d’adozione (quattro giorni fa è stata inaugurata la casa museo in via Giovanni Tagliere 3, a trecento metri dal carcere di Rebibbia, dove il poeta si stabilì con la madre tra il 1951 e il 1954 e scrisse “Ragazzi di vita”).
«Il Vangelo di Pasolini è illuminante per capire le borgate romane», continua Smeriglio. «È un appuntamento che credo sia una degna conclusione della nostra rassegna dedicata a un intellettuale che ancora oggi ci fa dibattere e che ha visto iniziative molto partecipate», dice Smeriglio. Il calendario di “Pasolini 50” si sposterà in parte alla Nuvola dell’Eur dove sta per cominciare la fiera della piccola editoria “Più libri, più liberi”. Nel pomeriggio (ore 15) di domenica 7 dicembre, alla Sala Cometa, ci sarà il monologo di Fabrizio Gifuni: “La lunga notte dell’Idroscalo”. Poi, lunedì 8 dicembre all’auditorium della Nuvola, lo spettacolo di Valentina Petrini “Corpo a corpo”. Mentre il 10 dicembre, alla Casa del jazz, Sonia Bergamasco parlerà dell’amicizia tra Pasolini ed Elsa Morante. Stasera al Teatro Argentina salirà sul palco Filippo Timi. L’evento con Martin Scorsese sarà introdotto da Smeriglio e moderato da Alessandra Sardoni. È gratuito e la prenotazione è obbligatoria (telefonando allo 060608 oppure sul sito cuture.roma.it).
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