Parola di R&S
di Redazione


Ragusa – La crisi dei grandi gruppi ha messo in secondo piano i guai delle banche popolari, di credito cooperativo e rurali sparse per il territorio. I cui bilanci spesso sono preoccupanti.
Dopo il fallimento di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e Cariferrara, nel tardo autunno 2015, la crisi dei grandi gruppi come Monte dei Paschi e Unicredit ha finito per offuscare quella dei piccoli, anche se nel frattempo la loro situazione è andata aggravandosi come mostrano i dati che pubblichiamo: i bilanci al 31 dicembre 2015 di un campione di 377 banche con attivi inferiori a 5 miliardi. Trattandosi di dati riferiti alla fine del 2015, alcuni istituti potrebbero avere modificato la propria situazione attraverso fusioni, acquisizioni o altre operazioni.
La Banca Agricola Popolare di Ragusa propone ai propri azionisti un indice di rischio basso, stando ai dati di R&S, la società di ricerche e studi di Mediobanca.
Come si evince nel grafico che proponiamo in gallery, il rapporto fra i Crediti deteriorati netti e il Patrimonio netto tangibile è dell’87,2%. Il rapporto fra i Crediti deteriorati non garantiti e il Patrimonio netto tangibile è del 4,4%.
L’attivo è la somma della liquidità e dei crediti della banca e delle partecipazioni in altre società. E’ a quota 4 miliardi e 641,5 milioni di euro.
Il rapporto clienti su totale attivo, pari al 66,5%, è la quota di crediti che la banca ha verso i propri clienti (per finanziamenti erogati) rispetto al totale attivo (che include disponibilità liquide, partecipazioni ecc..)
La svalutazione dei crediti, pari al 33,8%, è la previsione di perdite sui crediti verso la clientela che non sta rimborsando regolarmente i mutui.
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