di Redazione
L’acqua dolce non sgorga più dalla sorgente di Micenci e il fiume carsico ha iniziato a filtrare a macchia di leopardo in vari punti della spiaggia, che è diventata un acquitrino.
A Donnalucata il fenomeno si è verificato spesso anche in passato. Alcuni bagnanti si divertono a lanciare rifiuti, oggetti di varia consistenza e natura all’interno del recinto della sorgente delle acque dolci, assistendo allo spettacolo del vedere scomparire gli oggetti che vengono risucchiati dalle cosiddette “sabbie mobili”.
La sorgente si ottura, e l’acqua dolce inizia a filtrare in altri punti della spiaggia, che diventa luogo prediletto di zanzare e insetti vari, mentre la consistenza della sabbia si deteriora sino a diventare una poltiglia maleodorante e fangosa.
Intorno alla metà degli anni novanta il fenomeno si verificò per la prima volta, quando l’amministrazione del tempo pensò di chiudere la sorgente conferendo dei grossi massi al suo interno, per bloccare la fuoriuscita di acqua.
Il fiume sotterraneo che porta acqua dolce in riva al mare trovò un’altra strada per fuoriuscire, e la spiaggia diventò un acquitrino, con pozzanghere qua e là, mentre il ristagno dell’acqua produceva degrado ambientale. Il Comune fu poi costretto a rimuovere i massi. A distanza di dodici anni il fenomeno si è ripetuto. Occorre probabilmente l’intervento di una pala meccanica per liberare la foce a spiaggia del fiume carsico e per far scomparire le chiazze di fermentazione di acqua dolce lungo la parte centrale della spiaggia, in direzione dell’ingresso, e della passerella che conduce al lido.
Tra i bagnanti si registrano le proteste di quanti mal sopportano il cattivo odore e la situazione igienico sanitaria al limite che si registra nel lido più frequentato della borgata, quello preferito dalle famiglie con i bambini, e dai turisti settentrionali.
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