Il 59enne che ha accoltellato senza motivo una 43enne manager di Finlombarda
di Redazione
Milano – «L’ho fatto io». Sono da poco passate le 19 di lunedì. I carabinieri entrano nella stanza 106 di Vincenzo Lanni in un piccolo hotel a due stelle vicino alla stazione Centrale. E a una ventina di minuti a piedi da piazza Gae Aulenti, dove alle 9 del mattino il 59enne ha accoltellato senza motivo una 43enne manager di Finlombarda, società finanziaria di Regione Lombardia, scelta a caso tra i passanti. Le sue condizioni sono ancora gravi. Lanni aveva già colpito in modo quasi identico dieci anni fa. E nel 2023, mentre era in libertà vigilata dopo una condanna a 8 anni, era stato fermato dalla Polfer a Varese con un coltello nello zaino. La denuncia a cui però non erano seguiti aggravamenti della misura.
Davanti agli investigatori che l’hanno rintracciato al termine di oltre dieci ore di fuga, Lanni ammette tutto. Chiarisce che «quella donna non la conoscevo, spero stia bene». «L’ho scelta casualmente», aggiunge poi in mezzo a frasi contorte con cui ha tentato di spiegare di averla colpita sotto al grattacielo di Unicredit in quella piazza scelta perché «simbolo del potere economico».
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Vincenzo Lanni dice di avercela con il «potere economico», quello che «dieci anni fa mi ha licenziato» da un impiego come programmatore informatico: «Ci avevo pensato, l’avevo premeditato». Parla di un «movente legato all’insoddisfazione lavorativa», come spiega la sua legale Beatrice Lizzio. Anche se, aggiunge, c’era anche il risentimento verso gli operatori della comunità «4Exodus» del Varesotto dalla quale giovedì era stato allontanato dopo essere venuto alle mani con un altro ospite. Lì era arrivato dopo la condanna per l’accoltellamento, nel 2015, in Val Seriana, di due pensionati, anche allora scelti a caso.
E dove — ha confidato ai carabinieri, coordinati dal procuratore Marcello Viola e dalla pm Maria Cristina Ria — sperava di tornare: «Ho aspettato fino a domenica sera che mi richiamassero, non l’hanno fatto. Mi ha fatto arrabbiare ancora di più». Anche se già venerdì ha acquistato il coltello usato per l’aggressione alla 43enne. Lo scontrino è stato sequestrato in albergo. Lunedì alle 8, Lanni esce dall’hotel lasciando il trolley: «Forse torno nel pomeriggio». Cammina verso Gae Aulenti, incrocia un’altra donna, con una giacca rossa, ma prosegue fino a dove avverrà l’agguato alla 43enne (ieri sera i medici hanno iniziato il percorso per il risveglio dalla sedazione).
La svolta nelle ricerche di quel «fantasma» senza nome immortalato dalle telecamere arriva grazie a due telefonate arrivate subito dopo la diffusione ai media dei filmati decisa dagli investigatori. Alle 18.20 è la sorella gemella a contattare il 112: «È lui. L’ha già fatto anche in passato». La chiamata dura cinque minuti e racconta anche del precedente del 2015. «Non abbiamo più rapporti con lui». Poi chiama il responsabile della comunità: «L’abbiamo riconosciuto». Il controllo delle celle telefoniche e l’incrocio con il sistema «alloggiati» (che registra le presenze nelle strutture alberghiere) precede il blitz dei carabinieri della compagnia Duomo all’hotel «Mondial».
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