Attualità
|
10/07/2007 00:00

Minardo non ci sta: disattesi tutti gli accordi

di Redazione

Altro che ritrovata armonia! In Forza Italia rischia di riaccendersi una lacerante guerra interna. Quella faida che aveva indotto un anno fa Innocenzo Leontini (ora richiamato a dirigere il partito a rassegnare le dimissioni ed i vertici regionali “azzurri” a commissariare il coordinamento ibleo con Alessandro Pagano.
Ad onta dei proclami di facile entusiasmo che seguito l’annuncio del ritorno di Leontini alla guida del partito (in tal senso si era speso il senatore Giovanni Mauro, auspicando una nuova stagione di armonia in Forza Italia) è ieri arrivata la clamorosa… smentita del deputato nazionale Riccardo Minardo, che da tempo con Mauro non riesce proprio ad intendersi.
«Ma che senso ha parlare di armonia – esordisce Minardo – se si continuano a calpestare regole basilari? E’ inutile enunciare la ritrovata pace interna, che potrà esistere solo quando sarà stata rispettata la volontà espressa dal popolo».
Onorevole Minardo, non è che non le sono andate giù le vicende di Provincia e Ato?
«In politica ci sono tre pilastri: il rispetto della volontà popolare; il riconoscimento della pari dignità delle varie anime di un partito; il giusto riconoscimento a chi si è speso per il partito. La vicenda dell’Ato è sicuramente quella che ha superato ogni limite: ossia, la nomina di Giancarlo Cugnata alla vice presidenza, anziché quella di Ignazio Gafà, come già concordato. Dicevo della goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’estromissione di Gafà dalla vice presidenza Ato ha fatto seguito a quella dello stesso avvocato Gafà dal rimpasto effettuato in una notte al Comune capoluogo, ove era stato deciso un anno fa che chiunque avesse espresso un consigliere (ed a me fa riferimento Emanuele Distefano), avrebbe indicato un assessore. Né mi si dica che la pari dignità ed il rispetto delle regole siano state ossequiate, nei confronti dell’on. Minardo, con l’indicazione di Giovanni Cultrera, professionista di mia espressione, alla presidenza dello Iacp, per il quale si attende solo il decreto regionale di nomina».
Il suo profondo rammarico si riconduce anche alla nomina commissariale di Leontini?
«Su tale designazione non ho nulla da obiettare. Mi fa piacere che il partito sia tornato ad essere guidato da una personalità di casa. Non capisco, anzi, perché per un anno Leontini sia stato costretto ad andarsene!».
Il suo malumore potrebbe indurla ad azioni eclatanti? Ossia, ad un cambio di partito?
«Ho già smentito questa evenienza (ossia il passaggio al Movimento per l’autonomia, n.d.r.). Ma se le cose non si sistemano in Forza Italia, vuol dire che Riccardo Minardo diventerà l’anima critica degli “azzurri”, la componente minoritaria ma assai battagliera di Forza Italia a Ragusa».