La piccola si chiama Eureka Muse, la notizia della nascita è stata tenuta nascosta per proteggere la bambina dai paparazzi
di Redazione
La 34enne Amanda Knox si è raccontata al quotidiano Usa in occasione del decennale dell’assoluzione per il delitto di Meredith Kercher, spiegando di aver tenuto nascosta la nascita della figlia per timore dei paparazzi
Fiocco rosa per Amanda Knox e il marito Christopher Robinson. La coppia americana, lei giornalista, lui scrittore, ha dato il benvenuto alla loro prima figlia, Eureka Muse Knox-Robinson.

Amanda Knox è diventata mamma: ad annunciarlo è stata lei stessa in un’intervista al New York Times, raccontando che la piccola, Eureka Muse Knox-Robinson, è nata nei mesi scorsi, ma lei ha tenuto nascosto il parto per timore dei paparazzi.
L’intervista è stata realizzata per i 10 anni dall’assoluzione per l’omicidio di Meredith Kercher. La Knox vive ora vicino a Seattle con il marito, Christopher Robinson.
La notizia della gravidanza arriva dal podcast creato dalla coppia, Labyrinths. L’ultimo episodio ha infatti seguito Amanda Knox dal momento in cui ha notato un’emorragia alla38esima settimana di gravidanza sino al suo ricovero in ospedale, conclusosi con il parto. Non si tratta, però, di un fatto di questi giorni. Anche se non è nota la precisa data di nascita della piccola Eureka, un articolo apparso ieri sul New York Times ha fatto sapere che Knox e Robinson sono diventati genitori della piccola Eureka già mesi fa.
Nell’intervista, la donna – che ora ha 34 anni – ha spiegato che ora sta valutando alcuni progetti che le consentano di arrotondare le entrate: tra questi, anche un documentario per esplorare il rapporto fra la lei e il pm Giuliano Mignini, che ora è in pensione e sta lavorando a un libro. Durante il suo viaggio in Italia nel 2019, la Knox gli aveva già fatto recapitare una lettera in italiano, chiedendogli se voleva avviare un dialogo con lei, e Mignini si era mostrato aperto all’idea.
Amanda Knox però ammette: “Continuo a dire a Chris che vorrei andare a vivere in un posto dove non debba essere obbligata a rivivere continuamente la peggiore esperienza della mia vita per poter pagare il mutuo”.
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