Roma - Sposi da poco più di un mese.
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Alessandro Baricco e Gloria Campaner: "Fra lei e la malattia, in me si sono sciolte certe rigidità che ho avuto per tutta la vita. Ci siamo avvicinati, aggiustati", confessa lo scrittore al Corriere della Sera, in una intervista nella casa di Roma in cui Gloria racconta che insieme stanno lavorando a un progetto a sei mani, con Nicola Campogrande: Seven Springs. «È una serie di incontri musicali che dal 2 aprile andranno in scena alla scuola Holden per sette martedì; concerti seguiti da un momento di dialogo con gli artisti», spiega Campaner.
La musica fra loro è un legame forte: «Prima di esordire come romanziere, ho fatto il critico musicale» racconta Baricco «e prima ancora, mi ero laureato in filosofia, con Vattimo. Ho fatto la tesi su Adorno -sulla Teoria estetica , un testo di intuizioni geniali, scritto in un modo molto elegante. Adoravo Benjamin e, dato che Adorno ha saputo dare ordine ai pensieri mirabolanti ma tutti sparpagliati di Benjamin, per me era anche un modo per dare un seguito alla mia adorazione».
Dopo aver conosciuto precocemente il successo, negli ultimi anni hanno entrambi manifestato il desiderio di fare un passo indietro. «Ho diradato i concerti» racconta Campaner «perché avevo voglia di scendere dal treno velocissimo su cui viaggiavo da troppo tempo. Volevo tante fermate, poter scendere alle piccole stazioni. Adesso mi godo questa lentezza, che non mi allontana dalla musica ma mi permette di interessarmi anche ad altri aspetti: la regia musicale, la costruzione di un festival, il laboratorio per musicisti che ho fondato, C#/See Sharp. Ho preso un diploma in coaching . Studio e suono, sempre. Ma ero stanca della solitudine e della frenesia, faticavo a godermi le cose, chiusa in camerino a ripassare lo spartito per il giorno dopo invece di stare con chi era venuto a trovarmi. Ho il più grande rispetto per la vita che ho fatto per anni, la vita di tanti miei colleghi; per me però era il momento di rallentare».
È presto per dire se il matrimonio cambia le cose? «Era una chimera, una cosa più che intima: una sensazione nel fondo del fondo del mio cuore. L’ho desiderato molto, e riuscire a realizzarlo è stata una delizia», dice lui.